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Juventus, Tudor dà la scossa ma i problemi sono ancora tanti e il tempo è poco

Juventus, arrivato a Torino con solo tre giorni di lavoro a disposizione, Tudor ha dimostrato coraggio e personalità, cancellando in un colpo solo l’eredità di Thiago Motta. La difesa è stata subito schierata a tre, e in mezzo al campo si è imposto il duo Locatelli-Thuram, solidissimo e molto più dinamico rispetto a quanto visto in precedenza.

Un’impronta tattica netta, ma ancor più significativo è stato il lavoro su alcuni singoli. Nico Gonzalez, per esempio, ha trovato la sua dimensione sulla fascia destra, dove ha potuto esprimersi al meglio. Giocatore dalle mille potenzialità, oggi è più che mai l’uomo a cui Tudor non vuole rinunciare, soprattutto dopo averlo visto sbocciare nella parte finale della partita, tra difesa e attacco.

Poi c’è il caso Yildiz, che finalmente è stato riportato al centro dello schieramento, dove ha segnato un gol e mostrato quella tecnica che aveva faticato ad esprimere da esterno. Un’ottima intuizione da parte del nuovo tecnico.

L’attacco, e soprattutto Dusan Vlahovic, è stato finora il grande punto interrogativo. Dopo mesi ai margini, l’attaccante serbo ha avuto la chance di riprendersi il posto. Voglia di riscatto e anche un po’ di rabbia in eccesso, che gli è costata qualche protesta al limite. L’impegno c’è, Tudor lo sa, e se riuscirà a domare quella frenesia che lo fa andare spesso fuori giri, Vlahovic tornerà il centravanti sul quale la Juve aveva puntato tanto. (continua dopo la foto)

Certo, i segnali grazie a Tudor sono positivi. Ma parlare di “squadra ritrovata” è prematuro. La Juventus ha mostrato voglia e cuore, ma non è ancora tornata al livello che ci si aspetta da una squadra con quel nome e quella storia. La partita con il Genoa, infatti, ha messo in evidenza ancora delle difficoltà.

Juventus, segnali positivi ma ancora molte incognite

Koopmeiners resta un mistero da risolvere, e Tudor ora si troverà un po’ in difficoltà nel gestire l’olandese. Ci sarà da vedere, però, quanto l’allenatore saprà aspettarlo, anche adesso che ogni punto in palio diventa sempre più pesante.

Il futuro prossimo dirà se la Juventus ha davvero cominciato un percorso di recupero. Domenica a Roma, la partita sarà un altro banco di prova. La vittoria in casa dei giallorossi è essenziale per tenere vive le ambizioni di approdo in Champions League, con sette squadre a giocarsi due posti racchiuse in pochi punti.

Tudor sta facendo quello che può con una squadra che è come minimo in convalescenza. Gli Elkann hanno appena destinato altri milioni al progetto, ma sembra mancare una vera leadership. Thiago Motta ha lasciato uno spogliatoio slegato e confuso: nessuna identità e, soprattutto, una gestione dei singoli che ha solo creato problemi.

Non è un caso che ci sia voluto Tudor per risvegliare Vlahovic e per vedere il vero Yildiz. Lo stesso Giuntoli ha preso decisioni spesso discutibili, preferendo a volte il nome altisonante alla sostanza, come se la Juventus potesse prescindere da un vero progetto tecnico. Ma i bianconeri non sono una “squadra da esperimenti”. Ora serve compattezza.

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