Alla terza uscita ufficiale, la Juventus di Luciano Spalletti comincia a mostrare un’identità riconoscibile, pur lasciando intravedere margini di crescita in ogni reparto. Dopo lo 0-0 nel derby contro il Torino, il tecnico toscano può ripartire da alcune certezze e da una base tattica in evoluzione, ma alla Continassa resta molto lavoro da fare per trovare la giusta quadratura e imprimere una direzione stabile al progetto.
🚨 VIDEO – #Spalletti post #JuveToro 0-0: "Serve più qualità, una precisione maniacale, anche nei passaggi semplici, ma non ho cambiato idea su cosa penso di questa squadra. #Zhegrova non sa neanche lui come fa, non manca tanto per vederlo al top… Possiamo cambiare modulo…" pic.twitter.com/dTYJEjSGAd
— JUpensiero (@JUpensiero) November 8, 2025
Le note positive: solidità, carattere e intuizioni tattiche
Il pareggio nel derby ha confermato diversi segnali incoraggianti. In primo luogo, la fiducia in Di Gregorio, che si è dimostrato affidabile anche nelle uscite e nella gestione del pallone, qualità fondamentali nel gioco di Spalletti. A centrocampo, McKennie si è confermato un jolly prezioso per la sua capacità di adattarsi alle diverse fasi, alternando copertura e inserimenti offensivi, mentre Zhegrova ha dato un saggio del proprio potenziale con accelerazioni e strappi che hanno messo in difficoltà la retroguardia granata.
Ma la nota più interessante arriva da Koopmeiners, che partita dopo partita sta trovando maggiore sicurezza nel nuovo ruolo da braccetto di sinistra. L’ex Atalanta non solo presidia la zona con attenzione, ma contro il Torino ha mostrato anche buoni spunti in fase di costruzione e spinta, segno di un adattamento crescente al sistema di gioco. Una scelta che potrebbe rivelarsi preziosa in futuro, specialmente nell’intesa con Cambiaso e Yildiz sulla corsia mancina, per aumentare imprevedibilità e soluzioni offensive.
Da registrare ancora regia e centrali difensivi
Il 3-4-2-1 (o 3-5-2 fluido) disegnato da Spalletti è ancora in fase di rodaggio. La circolazione palla resta lenta e poco verticale, sintomo di un centrocampo che deve ancora assimilare pienamente i meccanismi di uscita e di movimento tra le linee. In difesa, invece, la fase centrale è da registrare, con distanze talvolta troppo ampie e sincronismi da perfezionare.
Nonostante ciò, la Juve ha dato sensazioni di crescita, soprattutto per quanto riguarda l’organizzazione e la comprensione delle idee del tecnico. La posizione dinamica di McKennie, che si muove tra la mezzala e l’esterno a seconda della fase di gioco, ha creato diversi problemi ai granata, liberando spazio per le incursioni di Conceiçao e Zhegrova.
Non è stata la serata migliore per Vlahović e Yildiz, apparsi ancora lontani dall’intesa ideale, ma i progressi complessivi della squadra lasciano intravedere la strada giusta. Il cantiere è ancora aperto, ma la Juventus di Spalletti inizia finalmente a prendere forma.
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