
Alla Juventus non resta che una via: qualificarsi alla Champions League. Il resto è nebbia. La sconfitta al Tardini contro il Parma ha trasformato la rincorsa europea in una corsa a ostacoli, con il quarto posto diventato improvvisamente più distante e incerto. Igor Tudor, arrivato da poche settimane per salvare il salvabile dopo il tracollo del progetto Thiago Motta, si ritrova a camminare su un filo sottile.
"Conte o Allegri, loro possono prendere in mano la situazione": l'idea di Tardelli sul prossimo allenatore della Juventus 🗣 pic.twitter.com/F8uCwonMMG
— GOAL Italia (@GoalItalia) April 25, 2025
“Non sono preoccupato“, ha detto il tecnico croato, ma è difficile credergli fino in fondo. Perché dietro quel punto che separa la Juve da quarto posto c’è un rischio molto più grande: l’intero impianto sportivo ed economico potrebbe vacillare.
Le prossime cinque giornate saranno un esame continuo per Tudor e per il gruppo. Monza, Venezia, Udinese, ma soprattutto i big match con Bologna e Lazio: scontri diretti decisivi da giocare in trasferta. La qualificazione alla Champions potrebbe portare alla conferma di Tudor, ma non è una garanzia: la Juve, infatti, potrebbe comunque congedarlo con una clausola risolutiva.

Sul tavolo, intanto, resta il sogno Antonio Conte, che fa gola alla società e ai tifosi. Tudor è consapevole che si gioca il futuro. Per questo ha già provato a scuotere l’ambiente, alternando richiami e incoraggiamenti: “Serve più fiducia, non è ancora finita”. E lui, che in carriera ha vissuto campionati vinti e persi all’ultima giornata, sa che può succedere di tutto.
Senza Champions, il club si troverebbe a rinunciare a circa 60 milioni di introiti Uefa, e in una situazione economica non rosea ci sarebbero conseguenze. L’organico attuale rischia di dover essere smontato. Perin, in cerca di spazio, è destinato a partire. Il futuro di Renato Veiga è appeso a un filo.
Ma soprattutto ci sono i nomi pesanti: Federico Gatti piace in Premier, Cambiaso è uno dei talenti più richiesti in Europa, mentre Savona potrebbe essere sacrificato per sistemare i conti. Douglas Luiz è un probabile partente, mentre il rinnovo di McKennie è in salita. E infine c’è il caso più emblematico: Dusan Vlahovic, che ha deciso di non rinnovare, sembra ormai destinato all’addio.

Il problema è che in uno scenario senza Champions, sarà difficile pensare a grandi colpi in entrata. Affari come Osimhen, Tonali o Sudakov sarebbero quasi impossibili, anche perché i conti della Juve sono sotto controllo da parte della Uefa. Anche i prestiti di lusso, come quelli di Conceicao e Kolo Muani, sarebbero difficili da prolungare.
La Juve spera almeno di poter valorizzare al massimo Mbangula, esploso sotto Thiago Motta, per monetizzare. Ma l’incubo reale è quello di dover rinunciare alla stellina Yildiz, il talento più brillante cresciuto in casa negli ultimi anni.
Alla Continassa non vogliono nemmeno pronunciare la parola “fallimento”, ma la situazione è evidente a tutti: senza Europa, ci sarà un ridimensionamento dei sogni di rilancio. Il tempo per evitare il peggio c’è ancora, ma scorre veloce. E la Juventus, stavolta, non può permettersi di sbagliare nemmeno un passo.
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