
La Juventus di Tudor è una squadra completamente diversa rispetto a quella di Thiago Motta. In appena 180 minuti con il nuovo tecnico, il cambio di mentalità è stato evidente. Se prima la Juve era una formazione compassata, ora è diventata aggressiva, con la voglia di schiacciare l’avversario sin dai primi minuti. Ma nonostante la metamorfosi, restano ancora dei problemi strutturali, soprattutto nella finalizzazione, che frenano la squadra.
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— JuventusNews24.com (@junews24com) April 8, 2025
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Il primo aspetto che salta agli occhi con Tudor in panchina è l’approccio decisamente più dinamico e aggressivo della squadra. Contro Genoa e Roma, la Juventus ha “morso” le partite fin dal fischio d’inizio. In particolare, contro la Roma, il primo quarto d’ora ha visto i bianconeri dominare la partita con un possesso palla dell’85,7%, caratterizzato da un gioco verticale e profondo.
In questa nuova Juve, la difesa alta e la fase offensiva più spregiudicata sono divenute caratteristiche predominanti. L’esempio più lampante è l’azione che ha portato al gol di Locatelli contro i giallorossi: 6 giocatori bianconeri si sono trovati nell’area avversaria, a dimostrazione di un gioco coraggioso e propositivo.
Sotto la guida di Tudor, alcuni calciatori hanno trovato nuova linfa vitale. Yildiz, ad esempio, è più coinvolto nel gioco rispetto a prima e ha già dato segnali importanti con la sua prestazione contro il Genoa. Nico Gonzalez sembra un altro giocatore. Altro dato positivo, la Juve non si è disunita dopo il gol del pareggio di Shomurodov, come spesso accaduto in passato in situazioni simili. (continua dopo la foto)

Nonostante l’entusiasmo per il cambio di approccio, la Juve di Tudor ha ancora parecchie lacune da colmare, a partire dalla produzione offensiva. Contro il Genoa la Juve non è riuscita a essere quasi mai pericolosa, tanto che ha costruito solo 0,37 gol attesi, mentre contro la Roma la cifra è salita a 0,67. Che rimane però un dato troppo basso per un club che vuole lottare per traguardi importanti.
Per Tudor sarà fondamentale lavorare sulla “cattiveria” dei suoi attaccanti e centrocampisti offensivi, affinché la squadra riesca a concretizzare meglio la mole di gioco prodotta. Un altro punto dolente sono le palle inattive. Anche sotto la guida di Tudor la Juve ha subito gol sugli sviluppi di calci piazzati.
Il problema affligge la squadra da tutta la stagione. Ben 7 gol subiti da angoli o punizioni sono troppi, e spesso si è trattato di situazioni in cui i bianconeri erano in superiorità numerica rispetto ai loro avversari.
Juventus, la strada è giusta ma bisogna ancora lavorare
Infine, non si può non sottolineare l’apporto minimo o nullo dei giocatori subentrati. Da Weah e Conceiçao contro il Genoa, a Koopmeiners, Kolo Muani e Cambiaso a Roma, l’impatto dei cambi è stato praticamente inesistente, con alcuni giocatori, come il francese, che hanno mostrato dati preoccupanti, come l’80% di duelli persi in appena 22 minuti di gioco.
La Juventus di Tudor è dunque indubbiamente migliorata, ma deve crescere ancora. Gli attaccanti dovranno essere più cinici, e la squadra dovrà migliorare la gestione delle palle inattive. Il percorso di Tudor è agli inizi, ma le premesse sono buone. La Juve è sulla strada giusta, ma c’è ancora molto da fare per il vero salto di qualità.
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