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Juventus, che salasso! L’incredibile cifra spesa sul mercato senza risultati

Juventus, una serie di mercati faraonici, con una spesa davvero incredibile, per un progetto che non riesce mai a decollare. Sono oltre 750 milioni di euro i soldi spesi dalla società dopo l’ultimo scudetto, un’enormità se si considera che il club bianconero non è più riuscito a imporsi né in Italia né tantomeno in Europa.

L’obiettivo di allora, all’alba del Covid, era chiaro: passare dal dominio nazionale al trionfo in Champions League. Ma quella spinta si è esaurita tra errori di gestione, scelte tecniche discutibili e continui ribaltoni in panchina. E il flop parziale dell’acquisto di Cristiano Ronaldo.

Dal 2020 a oggi, la Juventus ha vissuto una trasformazione disordinata. Gli sforzi economici post-pandemia, le inchieste sulle plusvalenze, i cambi di allenatore e dirigenza hanno minato la solidità di un club che, numeri alla mano, ha speso tanto e raccolto poco. Basti pensare ai 72 milioni per Arthur Melo, ai 50 per Chiesa, ai 70 per Vlahovic, ai 40 per Bremer, e agli ultimi colpi Koopmeiners (51,3), Douglas Luiz (50) e Openda (43,9).

Dietro la vetrina delle cifre, però, si nasconde un dato più amaro: la Juventus fatica a vendere. L’unica grande plusvalenza degli ultimi sei anni resta De Ligt (67 milioni dal Manchester United), mentre le altre cessioni non hanno inciso sul bilancio quanto gli acquisti.

Oggi, dopo otto partite senza vittorie e una classifica deludente che la vede ottava, anche se le distanze fra le squadre sono molto ridotte, il malumore cresce. John Elkann ha già confermato la disponibilità a un nuovo aumento di capitale, ma la sensazione diffusa è che la società non abbia ancora preso una direzione chiara.

Spendere non basta: serve una strategia coerente, una visione tecnica e societaria che permetta di non rimettere tutto in discussione ogni sei mesi. Gli investimenti su giocatori come Koopmeiners e Openda, o le scommesse su giovani come Kenan Yildiz e Khephren Thuram, mostrano una Juventus divisa tra il desiderio di rinascere e la paura di sbagliare ancora.

Dopo 750 milioni di euro spesi inutilmente, il malumore regna tanto sugli spalti quanto nei corridoi della Continassa. Ora il riscatto passa da Comolli, dal futuro allenatore e da una squadra che dovrà finalmente tornare a essere all’altezza del nome che porta.

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