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Inzaghi vs Guardiola, due modi opposti di vedere il calcio

Simone Inzaghi sfida Pep Guardiola in una finale che metterà a confronto due modi opposti di vedere il sistema di gioco e il calcio

Tutto in una sera, la finale di Champions League può cambiare il destino di due allenatori e non è solo retorica. Guardiola contro Inzaghi, per la prima volta su un palcoscenico così importante e prestigioso. Istanbul potrebbe essere la svolta della carriera per entrambi, anche se lo spagnolo ha già una bacheca nutrita di trofei.

Il tiki taka e la sua evoluzione

Pep Guardiola ha progressivamente cercato di distaccarsi dal modello Barcellona, ma senza rinunciare al tiki taka livello 3.0. Già al Bayern Monaco c’erano state delle innnovazioni tattiche, un gioco più veloce e più concreto, calciatori più duttili tra difesa e centrocampo. L’esperienza al Manchester City ha segnato la piena maturità del tecnico spagnolo, grazie ad modello di gioco che non rinuncia al centravanti e che punta sul taglio interno dei terzini. Haaland rappresenta una grande novità nel sistema di Guardiola, abituato a servirsi del falso nove o dei tanti inserimenti dei centrocampisti. La regola rimane però sempre la stessa: vincere con il bel gioco. (CONTINUA DOPO LA FOTO)

Inzaghi e l’eredità di Conte

Simone Inzaghi all’Inter ha iniziato come erede di Conte. La difesa di tre è stata traslata dalla Lazio a Milano, con tuttavia una pesante eredità da portare avanti (scudetto compreso). Il gioco concreto e sviluppato sulle fasce è stato lentamente assorbito in un modello più corale, senza necessariamente un riferimento di peso in avanti come Lukaku. La differenza è arrivata soprattutto dalla regia di centrocampo, soprattutto dal trio composto da Brozovic, Calhanolgu e Barella, impegnati sempre più frequentemente nella costruzione dal basso più che nell’interdizione. Un’innovazione inaspettata nel gioco di Inzaghi e che ha portato la squadra a cercare Lautaro e Dzeko con una varietà più ampia di soluzioni.

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La svolta della carriera

Guardiola ha già vinto tutto, ma si porta dietro il peso dell’esperienza del Barcellona di Messi. Per l’incoronazione definitiva deve vincere con un altro club e il City gli sta offrendo l’occasione d’oro. Inzaghi, invece, sta confermando di essere il re di coppe, seppur con vittorie spesso sottovalutate in Supercoppa Italiana e in Coppa Italia. Non ha mai centrato il grande obiettivo e si è fatto sfumare lo scorso scudetto nella passata stagione. Ora può fare la storia e seguire Mourinho, ma sarà la finale a decidere i destini.

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