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Inter, la montagna partorì il topolino: la “rivoluzione bloccata” (dal mercato) di Chivu

Sotto la guida di Cristian Chivu, l’Inter non ha ancora cambiato pelle, e la sconfitta contro l’Udinese ha acceso un robusto campanello d’allarme. A un passo dal derby d’Italia contro una Juventus lanciatissima, i nerazzurri mostrano gli stessi difetti della gestione precedente. E non per colpa del nuovo allenatore, ma di un mercato senza direzione precisa, pieno di contraddizioni e colpi mancati.

Come riportato da Filippo Conticello della Gazzetta dello Sport, il 3-5-2 e l’approccio tattico sembrano ingessare ancora l’evoluzione della squadra. La trasformazione genetica della squadra è complicata, e le abitudini consolidate in quattro anni di gestione Inzaghi sono difficili da estirpare.

Nonostante il passo falso, Chivu non ha intenzione di rinnegare le sue idee. Niente stravolgimenti radicali, la squadra rimarrà fedele al 3-5-2 e si affiderà ai suoi “vecchi leoni”. In cabina di regia ci sarà ancora Hakan Calhanoglu, che a detta del tecnico è l’uomo giusto per il nuovo credo, anche se l’ultima partita ufficiale prima della sfida con l’Udinese l’aveva giocata tre mesi prima.

Il ritardo si è visto tutto“, conferma Conticello. Il turco e i suoi compagni di reparto dovranno mostrare una ferocia diversa per coprire gli spifferi in difesa. D’altronde Chivu non ha alternative vere e proprie per il ruolo di Calhanoglu, e nemmeno per la mezzala sinistra dove in assenza di Mkhytarian, che non può sostenere una stagione intera a 37 anni, è stato adattato Sucic con risultati deludenti.

L’obiettivo di Chivu è sradicare l’eccesso di palleggio sterile che ha caratterizzato la squadra in passato. Il gioco dovrà essere più veloce, più verticale e mirato a sfruttare la batteria di mezzali a disposizione. Sucic e il neo-arrivato Diouf devono essere inseriti, mentre Mkhitaryan e Zielinski pur essendo opzioni di valore presentano criticità legate all’età e alla tenuta fisica. (continua dopo la foto)

In questo contesto, però, il futuro di Frattesi appare incerto. Nonostante Chivu straveda per lui come “assaltatore specializzato“, la sua posizione nel 3-5-2 rimane un problema. Senza un centrocampista difensivo come Koné, è difficile fare a meno dei tre centrocampisti di ruolo, e Frattesi rischia di ritrovarsi nella stessa situazione che lo portò a chiedere di andarsene.

Chivu dovrà trovare una soluzione per inserire il talentuoso azzurro, un’altra sfida per il tecnico che cerca di non fare un passo indietro, ma semmai due avanti. Certo, se la società avesse mantenuto le promesse e avesse acquistato almeno due dei tre giocatori che aveva chiesto la situazione sarebbe diversa. Ora invece, come ha detto lo stesso tecnico, l’Inter è un “cantiere aperto“.

E alla vigilia della trasferta di Torino con la Juventus, è lecito chiedersi come la dirigenza non si sia accorta dei rischi. Perché se con la nuova Juve dall’attacco atomico dovesse andar male, con 3 punti in 3 partite per i nerazzurri inizierebbe un periodo di passione con conseguenze imprevedibili e i tifosi, già sul piede di guerra, sempre più infuriati.

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