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Eroica Inter, Bayern sconfitto in casa dopo 4 anni: Frattesi entra e segna il gol vittoria

Non si sa come andrà a finire la stagione, ma l’Inter stasera esce dalla sfida in trasferta con il Bayern Monaco con l’orgoglio di chi ha gettato il cuore oltre l’ostacolo, resistito quando serviva, colpito con trame eleganti e veloci quando era il momento. La vittoria è il premio per una gara coraggiosa, di grande sacrificio, perché i tedeschi nonostante le assenze possono schierare una prima linea con Sane, Olise e Kane. E inserire, al momento dei cambi, giocatori come Gnabry e Muller.

L’Inter a sua volta è scesa in campo senza i due esterni titolari, Dumfries e Di Marco, e si sa quanto contino i quinti per il gioco di Inzaghi. Al loro posto “soldatino” Darmian, alla terza partita in pochi giorni a 36 anni, e Carlos Augusto, che alla fine risulterà decisivo.

Non importa quanti pezzi manchino, il Bayern resta sempre fedele alla sua dottrina. Una squadra programmata per aggredire altissima, anche a costo di lasciare i suoi centrali a rischio contro la ThuLa. I due là davanti dell’Inter non sono al massimo della condizione: Thuram è visibilmente in difficoltà fisica, mentre Lautaro è appena rientrato da un infortunio. Ma proprio il capitano giocherà una partita straordinaria.

Nel Bayern si fa notare Olise, folletto francese che punge tra un roccioso Bastoni e Carlos Augusto: incanta, dribbla, serve Guerreiro, sfiora il gol. Sommer tiene a galla l’Inter con mani e riflessi, ma l’unica vera, enorme occasione per i tedeschi capita sui piedi di Kane: il centravanti inglese, solo davanti alla porta dopo un regalo sanguinoso di Pavard, allarga troppo il piatto e prende il palo esterno.

A quel punto l’Inter si sveglia e alza la sua linea centrale. Sale, comincia a palleggiare e a inventare. Barella, sontuoso, con un tacco illumina l’azione che libera Carlos Augusto in piena area. L’esterno controlla male e tira sull’esterno della rete. Ma quando la ThuLa si accende, il risultato cambia.

L’azione dell’Inter è da applausi: Bastoni sfonda, Carlos Augusto crossa, Thuram fa una splendida sponda e Lautaro sceglie di tirare di esterno destro: palla tagliata che si infila sotto la traversa. È il 38’: la gioielleria nerazzurra è aperta. L’Inter è in Paradiso, con una giocata verticale da grandissima squadra.

L’onda tedesca si placa, Inzaghi sistema la squadra che esce dal pressing con tecnica e pazienza. Thuram fa a fette Stanisic, ma non si capisce con Lautaro che aveva stretto sul primo palo e il suo cross rasoterra non trova la deviazione vincente. Poco dopo, è di nuovo Lautaro a impegnare Urbig, baby prodigio già etichettato come il nuovo Neuer, su un servizio del francese.

La partita per un po’ scivola proprio come vorrebbe Simone Inzaghi, poi i tedeschi spingono e fra i nerazzurri comincia a farsi sentire la stanchezza. Le soluzioni in panchina sono poche, Lautaro che ha giocato una partita enorme non può più reggere a quel ritmo, Thuram è commovente per generosità, ma i due non riescono più a tenere palla in avanti e il Bayern comincia a premere con continuità.

Inter, un finale incredibile

Kompany gioca il tutto per tutto: dentro Müller, Gnabry e Boey, l’Arena diventa una bolgia, l’Inter barcolla. Una sbandata di Bisseck libera Laimer che serve Kane, ma l’inglese è ancora impreciso. Poi dopo alcune mischie furibonde succede l’inevitabile: Laimer rimette dentro un pallone velenoso e Müller, il figlio prediletto di Monaco, firma il pareggio da due passi.

Sembra il preludio a un assedio, ma l’Inter a quel punto fa il suo capolavoro. Riprende a giocare con le ultime forze, sfrutta la freschezza di Frattesi, entrato pochi minuti prima con un piglio che non si vedeva da tempo. E al minuto 88, quando già si era capito che i nerazzurri non si sarebbero immolati agli attacchi tedeschi, parte un perfetto contropiede.

Splendida imbucata del solito Barella, palla a Carlos Augusto che penetra in area da sinistra: è solo, potrebbe tirare, invece alza la testa e piazza un cross forte e preciso a mezz’altezza, Frattesi si fionda sul pallone e lo scaraventa in rete. La panchina esplode, Davide si toglie la maglia e guarda in cielo: è il gol del 2-1, quello dell’impresa: il Bayern non perdeva in casa in Champions da 4 anni, e questo dà il senso di ciò che l’Inter è riuscita a realizzare.

Inzaghi aveva chiesto una reazione di carattere, l’ha ottenuta. Ha visto la sua squadra resistere alla bufera, poi rispondere con personalità, bellezza e cuore. E nei momenti più caldi, più duri, ha trovato uomini capaci di resistere alla stanchezza e all’usura. Davide Frattesi, con uno sguardo rivolto al cielo, ha firmato il manifesto di questa Inter: una squadra che se deve soffre, ma non si arrende mai.

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