
Un primo tempo sontuoso, con due gol, molte occasioni e un solo (grande) rischio corso – e sventato da una grande parata di Sommer su Piccoli – basta all’Inter per battere il Cagliari e per mantenere la testa della classifica. Va detto, però, che nel secondo tempo la squadra è entrata male e ha subito subito una rete evitabile, poi Bisseck ha trovato la zuccata del 3-1.
⚽️🇮🇹 L'Inter continua a dettare legge in campionato. Con il successo per 3-1 sul Cagliari, i nerazzurri mettono sempre più pressione al Napoli #RSISporthttps://t.co/Jwqkq1QqCf
— Sport RSI (@RSIsport) April 12, 2025
Altra considerazione che non si può evitare, i nerazzurri hanno chiuso la gara con molti uomini che non ne avevano più. E, purtroppo, con la resa fisica di Zalewski. Inzaghi quando il giocatore si è accasciato a terra ha mostrato tutta la sua contrarietà. Per fortuna a fine partita si è saputo che si trattava solo di crampi. In ogni caso l’Inter è stanca, e si vede, e per quanto cerchi di risparmiare le forze le scorie di un calendario folle si fanno sentire.
I nerazzurri partono fortissimo. Al 5′ Lautaro sfiora il gol ma colpisce male e da pochi passi scarica il pallone sull’esterno della rete, al 13′ Arnautovic si inserisce benissimo in area su un tocco di Carlos Augusto e scarica un gran sinistro sotto la traversa: un gran gol per l’austriaco, molto festeggiato dal pubblico. Al 25′ la difesa nerazzurra è piazzata male e Piccoli si trova a tu per tu con Sommer, che compie una grande parata in uscita.
Scampato il pericolo gli uomini di Inzaghi ripartono a testa bassa, e solo un minuto dopo Lautaro, imbeccato da un assist meraviglioso di Arnautovic, anticipa Caprile e lo supera con un delizioso tocco sotto. Al 43′ è ancora Lautaro a cercare il gol in rovesciata, ma la palla sfila fuori senza che Di Marco riesca a deviarla. (continua dopo la foto)

Si va al riposo sul 2-0, e i tifosi nerazzurri sperano in un pomeriggio tranquillo. Neanche a dirlo: l’Inter torna in campo molle e sbadata e dopo due minuti Piccoli, lasciato completamente solo a centro area, con un gran colpo di testa segna il 2-1. I fantasmi di Parma si addensano su San Siro e allo stadio la tensione si percepisce.
Per fortuna dei nerazzurri, su un corner scaturito da una bella deviazione di Caprile su un tiro di Di Marco, Bisseck sfrutta tutta la sua altezza, anticipa Mina (che non è proprio piccolo) e inzucca perfettamente: palla che gonfia la rete e gran gol per il 3-1. San Siro si rianima, ci voleva per evitare sofferenze eccessive.
Dopo il gol Inzaghi sembra più un infermiere che un allenatore. Ordina a Frattesi, che ha un principio di crampi, di muoversi il meno possibile. Sostituisce un magnifico Arnautovic e Lautaro con Correa e Thuram, è costretto a far entrare Darmian al posto di Zalewski, risparmia qualche minuto a Chalanoglu mandando in campo Asslani. Ma è tutto un chiedere ai giocatori come stanno e cercare di risparmiare energie. Questo finale di stagione massacrante chiede un tributo di muscoli e acido lattico quasi insostenibile.
Inter, la squadra è stanca ma bisogna andare avanti
Dal 3-1 alla fine l’Inter cerca di controllare la gara, mentre il Cagliari si getta in avanti per cercare di riaprirla. Quando entra Luvumbo, l’angolano fa venire un po’ di mal di testa ai difensori nerazzurri. Ma l’unica occasione vera arriva al 78′, quando Piccoli scarica un perfetto sinistro. A Sommer battuto, un monumentale De Vrij si fa trovare al posto giusto e salva con una spizzata di testa che manda la palla in corner.
San Siro tira un sospiro di sollievo complessivo e i nerazzurri riescono a reggere senza altri particolari problemi fino al 90′ e recupero. Il fischio finale dell’arbitro viene accolto da giocatori e tifosi con sollievo: i primi perché sembravano veramente stanchi e hanno bisogno di riposare, i secondi perché questi finali con la squadra che non ne ha più li fanno soffrire tanto.
Simone Inzaghi può godersi per qualche ora la vittoria, ben sapendo che mercoledì ci sarà una sfida difficile contro il Bayern e che solo tre giorni dopo la squadra dovrà affrontare in trasferta un Bologna in forma strepitosa. Un programma da spaventare il più coraggioso degli allenatori, ma ormai l’Inter è arrivata fino a qui, in corsa su tutti i fronti. E non si può fermare.
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