La causa civile contro la diocesi di Arezzo
Parallelamente, si avvicina alla conclusione anche il processo civile intentato contro la diocesi di Arezzo da parte del marito, del figlio di Guerrina e delle sue sorelle.
La richiesta di risarcimento è pesante: un milione di euro a testa. Il motivo? Secondo l’avvocato Nicola Detti, la responsabilità della diocesi sarebbe “oggettiva”, dal momento che già prima della scomparsa erano arrivate diverse segnalazioni su comportamenti inappropriati di padre Gratien, che però vennero ignorate. Un’accusa che pesa come un macigno e che potrebbe portare a importanti sviluppi anche sul fronte economico per la famiglia Piscaglia. (continua dopo la foto)

Il conto corrente ancora bloccato dopo 11 anni
Ma non è tutto. Un’altra assurdità burocratica tiene ancora ancorata Guerrina a una vita che, di fatto, non c’è più. Il suo conto corrente bancario a Novafeltria è ancora congelato, da ben undici anni.
Senza un certificato di morte ufficiale, infatti, la banca non può procedere allo sblocco dei fondi né trasferirli agli eredi legittimi. Un vero paradosso, reso ancora più amaro dal fatto che, nel frattempo, è stato riconosciuto un colpevole in sede penale. Gli avvocati della famiglia confidano di poter risolvere questa situazione in tempi brevi, sbloccando finalmente i fondi che spettano di diritto ai familiari di Guerrina.
Un caso che, dopo undici anni, continua a far parlare di sé, intrecciando drammi familiari, errori burocratici e una verità che, forse, deve ancora essere raccontata fino in fondo.
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