
È un fulmine a ciel sereno nel panorama del calcio europeo: Pep Guardiola, il tecnico più influente degli ultimi vent’anni, ha annunciato che si prenderà una pausa dopo la scadenza del contratto con il Manchester City, prevista per il 2027. E non esclude che quella pausa possa diventare un ritiro definitivo dal mondo del calcio.
Pep Guardiola estasiato da Barça-Inter: il tecnico ha elogiato anche i nerazzurri e Inzaghi con parole davvero speciali 🔥#Inter #BarcelonaInter #SpazioInter pic.twitter.com/qnPAQMC9a0
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L’eco delle parole del tecnico spagnolo è rimbalzata ovunque, non solo in Premier ma nelle redazioni sportive di mezzo mondo. “Dopo la fine del contratto con il City, mi fermerò. Ne sono sicuro. Non so se mi ritirerò, ma mi prenderò una pausa”, ha dichiarato l’allenatore catalano in un’intervista a ESPN.
Il tono è serio, il volto scavato e gli occhi appesantiti dalle fatiche di una stagione complicata, segnata – sono parole sue – da scelte sbagliate e, più in generale, da un logorio che forse va oltre il campo. “È stato un anno difficile“, ha ammesso Pep. “Non c’è un solo motivo per il nostro calo, ma una somma di dettagli. Le difficoltà fanno parte del gioco”.

Guardiola è più che un semplice tecnico: negli anni ha cambiato e rivoluzionato il calcio europeo con il suo approccio tattico alle partite. “Spero che i tifosi di Barça, Bayern e City si siano divertiti a vedere giocare le mie squadre” ha aggiunto, e nelle sue parole c’era più di un filo di malinconia. “Quando moriamo, siamo dimenticati in fretta”, ha aggiunto inaspettatamente il tecnico.
Guardiola è un uomo molto intelligente, e dopo aver reso il suo calcio una filosofia ora, mentre pensa di abbandonare il mondo dove è cresciuto prima da giocatore e poi da mago della panchina, si concede una frase esistenzialista. Che va a segno, come quasi sempre capita con le sue parole mai banali.
Tornando al calcio, se da una parte il futuro di Pep è ancora avvolto nella nebbia, il Mister iberico si lascia ancora affascinare dalle partite e dalle competizioni a cui assiste anche quando il suo Manchester non c’è. Per questo Guardiola si è dilungato su Barcellona-Inter, semifinale d’andata di Champions League finita 3-3, una partita che lo ha entusiasmato.
“Sono sorpreso da quanto sia stata bella la partita. Grazie a sfide come questa gli stadi non saranno mai vuoti“, ha detto Guardiola, quasi a voler ricordare che il vero cuore del calcio è ancora puro. Non sono mancati gli elogi alla squadra nerazzurra, definita “incredibile” per organizzazione, tenuta difensiva, struttura. E sul tecnico nerazzurro, Pep non ha dubbi: “Inzaghi è un allenatore incredibile”.

Guardiola ha esteso i complimenti anche all’altra semifinale, Arsenal-Psg, ma il suo sguardo si è soffermato soprattutto sulla serata catalana. “Quando si gioca così, i risultati contano meno: chi ama il Barça può solo esserne orgoglioso”, ha sottolineato riferendosi alla propensione offensiva e al talento cristallino di molti giovani calciatori blaugrana, Yamal su tutti.
Ecco, forse è questo che affascina della lezione di Guardiola: la ricerca ostinata della bellezza, della gioia nel gioco. E la capacità di riconoscere i meriti dei suoi colleghi e delle squadre avversarie in un mondo avvelenato dall’invidia e dalle dietrologie.
Se davvero Pep si prenderà una pausa, e ancora di più se deciderà di smettere di allenare, nel mondo del calcio si creerà un vuoto difficile da colmare. Ma se questo calcio continua a commuoverlo, allora possiamo crederci anche noi: il futuro non è ancora scritto. Né per Guardiola, né per il mondo del pallone.
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