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Gianluca Di Gioia morto in Egitto, la tragica scoperta sullo squalo

Le parole di Cristina Frappani, figlia dell’uomo che ha cercato di salvare Gianluca Di Gioia

Il sindaco di Soncino Giuseppe Gallina ha confermato di aver parlato con la moglie di Fappani, che ha riferito che il marito potrebbe essere dimesso oggi stesso. «Stando a quanto mi ha raccontato la moglie, si trovava in acque basse, dove era lecito nuotare. Non conosceva Di Gioia, che chiedeva aiuto. Ha agito per soccorrerlo, purtroppo senza successo. Peppino è rimasto ferito, è stato operato e ora sta meglio. La sua azione merita sicuramente riconoscimento», ha detto il primo cittadino. Cristina, la figlia di Fappani, ha aggiunto: «Non si è certo tuffato per distrarre lo squalo, perché non lo aveva nemmeno visto». La stessa ha detto: «Mia madre mi ha raccontato che ha sentito delle grida di aiuto, ma non ha visto lo squalo; ha pensato che Gianluca avesse avuto un malore. Si è avvicinato per prestare soccorso e allora è stato trascinato sott’acqua dallo squalo, rendendosi conto di ciò che stava accadendo». I due uomini non si conoscevano bene, se non di vista nel villaggio. Riguardo alla questione della zona di balneazione, Cristina Fappani ha riconosciuto che «le autorità egiziane hanno sicuramente una maggiore esperienza, e mio padre frequenta il Mar Rosso da anni; da quanto ho capito, si trovava all’interno della zona consentita. Non so dirvi quanto si sia spinto per salvare. Sicuramente staranno facendo gli accertamenti in Egitto». (continua a leggere dopo le foto)

La passione per il mare e l’attenzione per l’ambiente

Di parole semplici e modi garbati, attento all’ambiente per vocazione e professione, devoto a sua moglie e tenero con i suoi figli, Gianluca Di Gioia, come ricorda «Il Messaggero», aveva deciso di tornare in Africa per i suoi 48 anni. «Il mare del resto, l’ha sempre amato», il ricordo di una sua amica. «Non era solo un collega, Gianluca sapeva entrarti nel cuore e sapeva esserti amico», le parole tra le lacrime di una collega.

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