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Fabio Fognini si confessa prima degli Internazionali di Roma: “C’è un inizio e una fine per tutte le cose”

Fabio Fognini ha deciso di chiudere il cerchio là dove ha spesso fatto sognare i tifosi italiani: al Foro Italico. Gli Internazionali d’Italia 2025 saranno la sua ultima partecipazione al torneo di casa, come ha annunciato in un’intervista a Sky Sport. Non ha detto esplicitamente addio al tennis, ma le sue parole suonano come l’eco di un ritiro imminente, forse a fine stagione.

“Ho fatto una bellissima carriera e sono molto contento di tutto quello che ho fatto. Come in tutte le cose, c’è un inizio e una fine”. Così, con semplicità, Fabio Fognini ha anticipato qualcosa che forse era nell’aria, ma che colpisce ugualmente i suoi tifosi e tutti gli appassionati che ha deliziato o fatto arrabbiare, a seconda della giornata. Perché pochi talenti sono stati più ondivaghi, istintivi e disordinati del nostro campione un po’ pazzo.

L’ex numero 9 del mondo, che ha tenuto in piedi il tennis maschile italiano per anni, sembra pronto a passare il testimone alle nuove leve: “Voglio dare spazio ai giovani, penso sia giusto così”. La sua presenza al Foro Italico ha sempre avuto un’aura speciale, e anche quest’anno proverà a dire la sua. Ma il senso è chiaro: questa è un’uscita di scena. Non con clamore, ma con la grazia di chi sa riconoscere il momento giusto.

Tra le tante battaglie giocate a Roma, Fognini ne ricorda una in particolare: “La mia partita più bella qui? La vittoria con Murray, lui era numero uno del mondo. Non la dimenticherò mai”. Per lui il tennis è stato “passione, sacrificio, un po’ di fortuna e felicità”. Un compendio perfetto per una carriera che ha portato 9 titoli ATP, il trionfo a Monte Carlo e un Australian Open in doppio.

Il primo turno lo vedrà in campo giovedì 8 maggio contro Jacob Fearnley, giocatore inglese emergente. In caso di vittoria, il tabellone propone un derby tutto da gustare con Matteo Berrettini. Un passaggio di consegne simbolico? Forse. Di sicuro, sarà l’ultima danza romana per il più ribelle e talentuoso dei tennisti azzurri degli ultimi vent’anni. Prima dell’avvento di Berrettini, Musetti e del fenomeno Sinner.

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