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Ferrari, le speranze di rimonta in mano a Charles Leclerc: Hamilton prigioniero dei dubbi

In una stagione dove la Ferrari 2025 sembra ancora cercare la sua identità definitiva, una cosa è ormai chiarissima: in questo momento la scuderia di Maranello è Leclerc-dipendente. A raccontarlo – con lucidità e toni misurati – è Stefano Gatti di Sport Mediaset, ma a confermarlo sono pista, cronometro e piazzamenti.

Le prime cinque tappe del Mondiale hanno messo in scena un copione inequivocabile: Charles Leclerc è l’uomo guida della Rossa, e non solo in termini di punti – 47 contro i 31 di Hamilton – ma per la qualità della sua guida, la lucidità nelle scelte tecniche e la leadership silenziosa che sta costruendo dal Bahrain al Giappone.

Nel trittico orientale di aprile, Leclerc ha fatto quello che si chiede a un capitano: ha trovato la direzione giusta nello sviluppo della SF-25, ha tenuto la barra dritta quando la vettura non era perfetta, e ha portato a casa risultati solidi, da vero metronomo di classe. Il quarto posto di Suzuka, il podio di Jeddah, le prestazioni consistenti pur senza acuti clamorosi, dicono che Charles è cresciuto, e ora è un vero leader.

Dall’altra parte del box, sir Lewis ammette con onestà: “La colpa è mia”. Parole nobili, ma che lasciano l’impressione di una Ferrari che – almeno per ora – può contare su un solo uomo. La vittoria nella Sprint a Shanghai è stata un’eccezione, non la regola. E se c’è una parola che spunta qua e là tra i corridoi di Maranello, è proprio fine tuning: un elegante eufemismo per dire che qualche aggiustamento nel box #44 sarà inevitabile.

Ora si entra nel cuore della sfida. Leclerc guarda a Miami (3-5 maggio) come all’inizio della rimonta vera, con in testa un solo obiettivo: arrivare a Imola con la Ferrari migliorata e pronta a colpire. Poi ci sarà Montecarlo, casa sua, dove arriva da campione in carica, e infine Barcellona, tappa chiave per via degli aggiornamenti tecnici che potrebbero riscrivere le gerarchie.

Il ruolo di Charles non si ferma in pista. Ha la Ferrari in mano, anche sul piano strategico e contrattuale. Non è un caso che il suo status stia crescendo non solo nel box, ma pure nei tavoli che contano. Ma come sottolinea Gatti, questa è un’altra partita. E oggi, Leclerc lo sa bene, le priorità sono in pista. Lì dove servono i risultati, le zampate e il sangue freddo.

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