È morto Antonio Tejero, il generale che tentò il golpe in Spagna nel 1981
Antonio Tejero, ex tenente colonnello della Guardia Civil, si è spento all’età di 93 anni. A diffondere la notizia è stato El Mundo, che ha confermato la fine di una vita trascorsa, negli ultimi anni, lontano dai riflettori. Tejero era rimasto per sempre legato al tentato golpe del 23 febbraio 1981, uno spartiacque nella storia moderna della Spagna. Dopo la condanna a 30 anni di prigione per insubordinazione aggravata, fu liberato nel dicembre 1996, chiudendo la sua parabola pubblica in silenzio.
In quella giornata del 1981, durante una delicata votazione parlamentare, irruppe armato nel cuore delle istituzioni, guidando circa 150 uomini e seminando il terrore. I colpi sparati verso il soffitto, il berretto della Guardia Civil e lo sguardo deciso divennero il simbolo di una notte sospesa tra il caos e la storia.

Il colpo fallito e la svolta della monarchia
La Spagna intera trattenne il respiro. Democrazia e autoritarismo si fronteggiarono in una battaglia silenziosa tra le mura del Parlamento e nelle strade, dove i carri armati apparvero minacciosi, soprattutto a Valencia. Ma fu l’intervento deciso di re Juan Carlos a cambiare il corso degli eventi: la sua apparizione televisiva, «condannando il golpe e ordinando ai militari di tornare alle loro basi», isolò definitivamente i rivoltosi.
Senza più appoggi, Tejero si arrese il 24 febbraio, liberando i parlamentari e ponendo fine a ore di tensione che avrebbero segnato per sempre la coscienza del Paese. Il “23-F” non fu solo un tentativo di colpo di stato: divenne il simbolo della vittoria della Costituzione e della monarchia parlamentare contro le derive autoritarie. Con la sua morte, si spegne una delle ultime testimonianze viventi di quella notte cruciale. Le emozioni, i timori e i sogni di un’intera generazione riaffiorano, insieme al ricordo di una storia che ha insegnato quanto fragile possa essere la conquista della libertà.
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