
Gli arbitri sono sul piede di guerra, ma il Var è sotto accusa. Dopo la clamorosa sceneggiata di Gimenez in occasione del rigore assegnato al Milan contro la Fiorentina, si è aperta una vera e propria crociata contro i simulatori. Il caso ha scatenato un dibattito feroce sul sistema arbitrale italiano e sul possibile ritorno alla Prova Tv, ipotesi rilanciata dalla Gazzetta dello Sport dopo le parole di De Marco per conto dell’AIA.
Troppe simulazioni in questa Serie A❌
— InterNews24 (@news24_inter) October 22, 2025
Gli arbitri si preparano ad agire di conseguenza⤵️https://t.co/stwOHUHcU9
Un ritorno che avrebbe il sapore di una retromarcia storica, visto che la Prova Tv era stata superata dall’introduzione del Var, nato proprio per correggere in tempo reale gli errori di campo. L’idea, però, rischia di ribaltare i principi stessi della moviola in campo. Perché tornare indietro, si chiede più di qualcuno, se già oggi la tecnologia consente di verificare tutto in diretta? E qui risaltano le decisioni contraddittorie dei direttori di gara. (continua dopo la foto)

A fare chiarezza, ma anche a lanciare un durissimo atto d’accusa, è Graziano Cesari, ex arbitro e oggi opinionista: “La Prova Tv doveva e dovrebbe essere ammessa solo per episodi lontani dall’arbitro, quindi non visti e giudicati in tempo reale. Adesso invece, dopo il caso Gimenez, vogliono usarla anche per fatti già giudicati in campo e rivisti al monitor. È come dire che arbitri e varisti sono incapaci di capire il gioco. Stanno certificando l’incapacità della categoria”.
Per Cesari, il ritorno alla Prova Tv non è solo probabile, ma addirittura inevitabile: “Ci arriveranno per forza, hanno già riconosciuto tutti i limiti del sistema arbitrale”. Secondo l’ex fischietto, la situazione rischia di degenerare in una gara di potere tra chi decide in campo e chi osserva dallo schermo: “Si arriverà al varista che smentisce l’arbitro e poi alla Prova Tv che smentisce entrambi. È come se ci fosse una competizione per far vedere chi conta di più”.
Il tutto mentre, ricorda Cesari, il protocollo Var non è mai stato aggiornato nonostante i continui casi di confusione: “Quando si amplia la casistica, è inevitabile cambiare le regole. Ma non accade, e così in Italia ogni domenica si prendono decisioni diverse sugli stessi episodi”. (continua dopo la foto)

Cesari chiude con una riflessione netta: “Se Marinelli avesse dato quel rigore in campo, perché era nella posizione migliore, non avrei detto nulla. Ma quando la decisione arriva dopo un richiamo Var, il dubbio resta. In Europa gli arbitri fanno così: vado al monitor, penso che la mia decisione sia giusta? La confermo. È sbagliata? La cambio. Ma ci vuole personalità, e quella non te la dà la tecnologia”.
Parole che suonano come una denuncia pesante verso il sistema arbitrale italiano, sempre più incerto tra moviola, protocolli confusi e nuove forme di controllo. Dopo la “farsa Gimenez”, la sensazione è che il calcio italiano sia entrato in una nuova fase di conflitto aperto tra arbitri, Var e Prova Tv, con il rischio concreto di una giustizia a più livelli e di un’autorità arbitrale ormai in crisi d’identità.
Leggi anche:
- Napoli, scoppia la grana Noa Lang: “Conte non mi parla, non so che fare”
- Juventus, Tudor al contrattacco: “Crisi? No, è colpa di calendario e arbitri”