
Paolo Banchero è uno dei talenti più luminosi del basket mondiale. Nato a Seattle nel 2002 da madre americana e padre di origini liguri, Banchero ha ottenuto la cittadinanza italiana, alimentando le speranze di vederlo indossare la maglia azzurra. Tuttavia, ha scelto di giocare per Team USA, una decisione che ha suscitato discussioni e delusioni tra i tifosi italiani. Nonostante ciò, il suo impatto in NBA è stato immediato e straordinario. Selezionato come prima scelta assoluta al Draft 2022 dagli Orlando Magic, Banchero ha conquistato il titolo di Rookie dell’Anno nel 2023, dimostrando una combinazione rara di fisicità, tecnica e intelligenza cestistica. Le sue prestazioni lo hanno rapidamente elevato a leader della franchigia e a uno dei volti emergenti della lega. In questo articolo, ripercorreremo la sua ascesa nel mondo del basket, analizzando le tappe fondamentali della sua carriera e il significato della sua scelta nazionale. (CONTINUA DOPO LA FOTO)

Le origini
Paolo Banchero, alto 2 metri e 10 per circa 110 chili, nasce a Seattle nel 2002, Paolo porta nel sangue il DNA sportivo di una famiglia che ha fatto dello sport una seconda casa. Il padre Mario, ex giocatore di football per i Washington Huskies, oggi gestisce una macelleria a Seattle specializzata in insaccati italiani, segno tangibile dell’attaccamento alle proprie origini liguri ed emiliane. Ma è dalla madre Rhonda Smith che Paolo eredita il talento per la pallacanestro: ex stella della University of Washington, miglior realizzatrice all-time dell’ateneo, scelta al Draft WNBA nel 2000, Rhonda ha saputo trasmettere al figlio non solo tecnica ma anche un’etica del lavoro ferrea. Fin da bambino Paolo è stato seguito e spronato dalla madre, che non esitava a criticarlo anche dopo le vittorie, lamentando ad esempio il suo scarso uso delle mani per chiamare palla.
Il percorso sportivo di Banchero è stato scandito da una crescita vertiginosa, fisica e tecnica: a 12 anni è cresciuto di 10 centimetri in un’estate, facendo intuire che il basket sarebbe stato il suo destino, nonostante una temporanea attrazione per il football. All’O’Dea High School, lo stesso frequentato dal padre, ha iniziato a farsi notare dai migliori college americani. La scelta è ricaduta su Duke, fucina di talenti NBA, dove ha saputo emergere nonostante alcuni problemi fisici, come un’eccessiva sudorazione che gli faceva perdere fino a tre chili a partita. Superata questa fase, Banchero è esploso fino a guadagnarsi un posto nel terzo quintetto All-American e persino l’onore di essere inserito nel videogioco NBA2K quando ancora era un giocatore NCAA, evento mai successo prima. Stimato da LeBron James, si è presentato al Draft NBA con stile e personalità, indossando un abito viola in omaggio a Spike Lee. Oggi, con la cittadinanza italiana ottenuta nel 2022 grazie alla discendenza paterna, Paolo rappresenta un ponte tra due culture e due passioni: quella americana per la NBA, e quella italiana.
Banchero e l’NBA
Paolo Banchero ha rapidamente trasformato le aspettative attorno al suo nome in una solida realtà cestistica, confermandosi come uno dei giovani più promettenti dell’NBA. Scelto a sorpresa con la prima assoluta dagli Orlando Magic nel draft del 2022, Banchero ha immediatamente mostrato il suo valore: al debutto in regular season ha messo a referto 27 punti, 9 rimbalzi e 5 assist, diventando il primo rookie dai tempi di LeBron James a raggiungere tali cifre nella partita d’esordio. Con 340 punti nei primi 15 incontri ha anche superato Shaquille O’Neal come miglior marcatore di sempre nella storia dei Magic a inizio carriera.
La sua prima stagione si è chiusa con il titolo di NBA Rookie of the Year e l’ingresso nell’All-Rookie Team, confermando un talento cristallino alimentato da una mentalità offensiva matura e da una fisicità dominante. Capace di agire da point-forward, Banchero unisce versatilità e intelligenza tattica, riuscendo a creare gioco come una guardia, ma con la potenza di un’ala. Nella stagione 2023-2024 ha vissuto una nuova ascesa: 42 e poi 43 punti in due match distinti, la prima tripla doppia in carriera e la convocazione all’All-Star Game come riserva della Eastern Conference.
Ha trascinato i Magic ai playoff, dove ha brillato con prestazioni da 31, 38 e 39 punti, diventando rapidamente il leader della squadra. Nonostante un infortunio muscolare all’inizio della stagione 2024-2025, è rientrato in campo con la consueta forza, arrivando a segnare 50 punti contro Indiana e superando ancora una volta traguardi condivisi solo con leggende della franchigia come O’Neal e McGrady. Il suo percorso, finora, è stato una continua dimostrazione di crescita, talento e determinazione. Il lavoro da fare, soprattutto in fase difensiva, resta evidente, ma Banchero ha già dimostrato di avere le qualità per diventare una vera stella dell’NBA.

Il no all’Italia
La storia di Paolo Banchero con la nazionale italiana è quella di un amore mai sbocciato, un capitolo che sembrava scritto nel destino e che invece ha preso una piega del tutto inattesa. Cresciuto negli Stati Uniti ma con origini italiane da parte paterna, Banchero aveva dato segnali concreti di voler rappresentare l’Italia: la cittadinanza ottenuta, l’inserimento nella lista dei convocati per il pre-Olimpico e la dichiarata disponibilità a scendere in campo con gli azzurri avevano fatto sognare la Federazione e i tifosi.
Tuttavia, il Covid nel 2020, gli impegni accademici e poi una serie di silenzi sempre più lunghi hanno raffreddato i rapporti. La svolta è arrivata nel giugno 2023, quando Banchero ha annunciato pubblicamente la sua decisione di giocare per il Team USA ai Mondiali asiatici, spiazzando tutti, compreso il presidente della FIP Gianni Petrucci, che ha parlato apertamente di “presa in giro” e di “tradimento”.
Nonostante il disappunto italiano, Banchero ha motivato la sua scelta con sincerità: la madre Rhonda aveva giocato per gli USA e quel sogno americano lo accompagnava sin da bambino. Il suo percorso sportivo, passato per Duke e coronato con l’esplosione in NBA, ha probabilmente reso più naturale la scelta di continuare negli Stati Uniti. Nemmeno la visita in Florida del coach azzurro Gianmarco Pozzecco è bastata a fargli cambiare idea. Alla fine, come lo stesso Banchero ha ammesso, ha seguito il cuore e ciò che sentiva più vicino a sé in quel momento.
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