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Barcellona e Inter, partita dell’anno: i nerazzurri risorgono e pareggiano in trasferta dopo una serata da pazzi

Barcellona-Inter, un inno al calcio. Gol, emozioni, giocate sopraffine, contropiede e azioni sulle fasce da manuale, gol di tacco, sciabolate da 25 metri sotto la traversa, la meraviglia del nuovo fenomeno del calcio mondiale, il 17enne Yamal, autore di un gol meraviglioso dopo una danza in area. Ma alla fine, si può dire che la squadra di Inzaghi è risorta dalle sue ceneri ed è riuscita a pareggiare sul campo più difficile d’Europa, o quasi. E lo ha fatto dopo una gara che è stata come un thriller di quelli che tengono appiccicati allo schermo sino all’ultimo fotogramma.

Se l’Inter è una banda, è quella dei “Band of Brothers”. Uniti, determinati, affilati. I nerazzurri hanno guardato il Barcellona negli occhi e non hanno tremato. L’hanno colpito con Thuram e Dumfries, due giocatori al rientro dopo i rispettivi infortuni. Il piano di Inzaghi era chiaro: lasciare il palleggio ai blaugrana, colpire in velocità con gli esterni. E al 20’, l’Inter era sul 2-0, in un Montjuic ammutolito.

Il primo squillo è di Marcus Thuram, e che squillo: un meraviglioso colpo di tacco dopo soli 50 secondi di gioco che regala il vantaggio all’Inter. Non poteva iniziare meglio, ma non finisce qui: al 21′ in seguito a un calcio d’angolo Dumfries raccoglie una sponda di Acerbi e, con una pazzesca mezza rovesciata, trova la rete del raddoppio. Il Barcellona è stordito. Ma si riorganizza subito.

Il Barca stringe d’assedio i nerazzurri, che fanno l’errore di difendere troppo bassi. Un peccato mortale quando hai contro giocatori capaci di giocare in modo divino nello stretto. Lamine Yamal, diciassette anni, si prende il Barcellona sulle spalle. Salta Dimarco e Mkhitaryan, anticipa Bastoni e da fermo infila Sommer con un colpo da prestigiatore. È il gol che accorcia le distanze e rincuora i catalani. A 17 anni e 292 giorni, è il più giovane di sempre a segnare in una semifinale di Champions. Un alieno.

Anche stavolta non finisce lì: al 38′ su un cross dalla destra Bisseck, che per il resto ha fatto una buona gara ma questo gol ce l’ha sulla coscienza, si perde Raphinha che di testa fa la sponda per l’accorrente Fernan Torres: Sommer non può farci niente, è 2-2. E per l’Inter arriva un’altra brutta notizia: Lautaro è costretto a uscire per un infortunio muscolare a una coscia.

Inzaghi inserisce Taremi ma, soprattutto, decide di cambiare tattica: alza il baricentro della squadra per evitare di essere schiacciato. Il Barcellona, che non se lo aspettava, cala e soffre. Al 64′, su un’azione da corner, ancora Dumfries si eleva più in alto di tutti e di testa firma la sua prima doppietta europea. Inzaghi e i calciatori festeggiano, l’Inter è di nuovo avanti. Nessuno ci avrebbe scommesso prima della partita, ma è tutto vero.

La risposta del Barça non tarda, ed è anche baciata dalla sorte. Al minuto 67′ Raphinha esplode un sinistro impressionante da lontano, Sommer riesce a deviarla con la punta delle dita sulla traversa ma la palla gli sbatte sulla schiena e finisce in rete. Sì, è autogol. Ma la conclusione di Raphinha è bella da togliere il fiato.

Inter, i complimenti dei giornali stranieri

Sul 3-3 c’è ancora spazio per altre emozioni, e qui l’Inter è veramente sfortunata. Grande azione in velocità, Carlos Augusto crossa rasoterra e Mkhitaryan la mette dentro. Il guardalinee alza la bandierina ma deve intervenire il Var: è una beffa. Il gol viene annullato perché l’armeno aveva la punta di una scarpa avanti. Una roba che grida vendetta al cielo.

Nel finale il Barcellona produce l’ultimo sforzo. Sommer para senza grande fatica una punizione di Raphinha, Yamal – che nel secondo tempo è un po’ calato, bontà sua – all’87’ accarezza la palla con l’intenzione di crossare per l’accorrente Raphinha: la sfera si impenna e, anche a causa del vento che soffiava su Barcellona, si stampa sulla traversa. Giusto così, l’Inter non meritava questa punizione.

Dopo 3′ di recupero l’arbitro fischia la fine: è un 3-3 che i giornali spagnoli e francesi esaltano per la sua bellezza. Si sprecano i complimenti per i nerazzurri, che hanno sorpreso tutti un’altra volta. Quelli italiani invece sono piuttosto freddi, e francamente non si capisce il perché. Soprattutto perché l’Inter ha compiuto una mezza impresa in una gara in cui tutti la vedevano nettamente sfavorita.

Ora si deciderà tutto a Milano. Il ritorno a San Siro, il 6 maggio, dirà chi fra questa Inter – commovente per quello che sta riuscendo a fare in questa Champions – e la corazzata blaugrana volerà a Monaco. Comunque vada i ragazzi di Inzaghi possono andare orgogliosi per quello che hanno fatto sinora. Ora serve l’ultimo sforzo, quasi sicuramente mancherà Lautaro, vedremo se basterà.

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