
L’Inter è arrivata all’ultima chiamata di una stagione contraddittoria, condotta sempre in testa o comunque in posizioni importanti per giocarsi tutto e che si è complicata proprio alle ultime battute. Dopo le sberle di Bologna, il derby umiliante e la sconfitta con la Roma, la squadra di Simone Inzaghi si presenta all’appuntamento con il Barcellona in una situazione da ultima possibilità. Ma è proprio nei momenti più difficili che l’allenatore piacentino ha saputo ribaltare il tavolo.
Il Barcellona difende altissimo ed esce in pressione a 200 all’ora su chi ha il possesso del pallone, se con il palleggio riesci a mandare a vuoto il primo pressing praticamente sei in porta…
— Amala (@AmalaTV_) April 26, 2025
Servono però il miglior Thuram e il miglior Dumfries, gli unici che danno profondità. pic.twitter.com/0XNDPaurW9
Ora però il tempo delle scuse è scaduto, gli appelli sono finiti, e le certezze sono evaporate, spazzate via dalla terza sconfitta consecutiva. La sfida contro i blaugrana di Flick non è solo un esame europeo, è una prova di identità: esiste ancora l’Inter? Oppure quella squadra ammirata fino a marzo si è dissolta nelle fatiche di una stagione massacrante? (continua dopo la foto)

Non è più una questione di moduli, ma di cuore, orgoglio e fame. Ed è per questo che Inzaghi si affida ai suoi fedelissimi: da Lautaro a Calhanoglu, passando per Barella e l’inossidabile Mkhitaryan, al rientro dopo la squalifica insieme a Bastoni. Due risorse fondamentali, tanto per minutaggio stagionale quanto per carisma, che proveranno a restituire anima a una squadra apparsa svuotata.
Sulla fascia sinistra è rebus aperto: Dimarco è in crisi nera e rischia il posto, Carlos Augusto scalpita. Il giocatore brasiliano ha brillato contro il Bayern e sembra il più adatto a fronteggiare Lamine Yamal, il prodigio che strappa le difese avversarie con le sue incursioni.
Ma la vera scommessa è su Denzel Dumfries e Marcus Thuram. Il primo è tornato con la Roma per un rodaggio di mezz’ora, il secondo si è allenato ad Appiano in un clima che oscillava fra ottimismo e pessimismo. Oggi sarà in gruppo, domani sera forse sarà in campo, magari dal 1’, perché se esiste una vera Inter, quella passa dal ritorno della ThuLa, la coppia che ha fatto sognare i tifosi e tremare le difese d’Europa. (continua dopo la foto)

Certo è un rischio mettere in campo subito giocatori appena rientrati da infortuni piuttosto seri. Ma Inzaghi è costretto ad attingere a tutte le risorse, perché non ci saranno occasioni “di riserva” e la stagione si gioca ormai in questi 180 minuti contro una corazzata dalla forza offensiva impressionante. E il Barca parte con i favori del pronostico, le quote dei bookmakers sono chiarissime.
Lo sanno tutti, dentro e fuori lo spogliatoio: a Montjuïc non si gioca solo un pezzo di Champions, si gioca il capitolo finale del ciclo di una squadra che l’anno prossimo dovrà essere almeno in parte ristrutturata e ringiovanita. La finale di Champions sarebbe un risultato straordinario per una squadra che, per risorse, è la “Cenerentola” di questa competizione e ha stupito tutti in tutta Europa.
Ma se si cade domani, il rischio di un finale da “zeru tituli” diventerà quasi una certezza. Non basterà una squadra “normale” per ribaltare il pronostico che vede il Barcellona nettamente favorito. Servirà un’Inter vera, cattiva, organizzata, pronta a gettare in campo tutto ciò che le rimane. Ora o mai più. E allora Inzaghi non può far altro che guardare negli occhi i suoi uomini e chiedere loro l’ultimo sacrificio di una stagione che ha prosciugato le forze fisiche e mentali.
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