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Serie A, dopo la “domenica orribile” per i fischietti si levano voci sempre più insistenti per chiedere la revisione del protocollo Var. In molti non capiscono perché la tecnologia non possa intervenire per correggere certe decisioni errate, quando basterebbe una veloce comunicazione fra gli addetti e l’arbitro per evitare errori clamorosi. Sullo sfondo, restano anche le critiche a una classe arbitrale che sembra essere in un periodo di assoluta confusione.
Se è vero, come è vero, che il ruolo degli assistenti è stato ridimensionato con la #Var, è necessaria una modifica del protocollo per evitare che da una azione palesemente irregolare possa nascere un gol come è successo nell’azione di #Bastoni che ha portato al gol dell’1:0 di… pic.twitter.com/74MrjwvyNB
— Maurizio Pistocchi (@pisto_gol) February 10, 2025
Il problema non è solo italiano. L’Ifab, l’organo che decide le regole del calcio, si riunirà il 1° marzo per discutere possibili modifiche al protocollo Var. Le grandi leghe europee, inclusa la Serie A, spingono affinché la tecnologia venga estesa anche ai calci d’angolo e ai secondi cartellini gialli, due situazioni che possono cambiare le sorti di una partita.
Il tema è tornato d’attualità dopo un weekend di Serie A segnato da episodi arbitrali discussi, come l’espulsione di Tomori e il corner da cui è nato l’1-0 dell’Inter. Attualmente, il Var non può intervenire sui cartellini gialli e sulle rimesse dal fondo o dalla bandierina, ma le leghe europee chiedono di rivedere queste limitazioni per garantire maggiore equità .
Secondi cartellini gialli: al momento il Var non può intervenire su ammonizioni che portano all’espulsione, anche in caso di errori evidenti. È il motivo per cui Tomori non ha visto cancellata la seconda ammonizione, nonostante l’azione fosse viziata da un fuorigioco.
Calci d’angolo: un errore nell’assegnazione di un corner può generare gol o rigori decisivi, ma attualmente non è un’azione rivedibile. È quanto accaduto nell’episodio dell’autogol di Pongracic. La Figc è da tempo favorevole a un aggiornamento del protocollo Var e ha aperto anche alla sperimentazione della chiamata a richiesta, sebbene a livello internazionale ci siano ancora dubbi.
Maggiori margini di manovra potrebbero invece esserci sull’introduzione del tempo effettivo. L’incontro del 1° marzo potrebbe quindi rappresentare un punto di svolta per il calcio moderno, con l’obiettivo di ridurre al minimo gli errori arbitrali e garantire maggiore trasparenza nelle decisioni.
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