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Serena Mollicone, prende il via la la requisitoria: tutte le novità

Il delitto di Arce è un caso di omicidio irrisolto legato alla morte di Serena Mollicone. I fatto sono avvenuti il 1º giugno 2001 ad Arce in provincia di Frosinone La giovane scomparve il 1º giugno 2001 e venne ritrovata morta due giorni dopo in località Fontecupa, nel territorio di Fontana Liri. Ha preso il via a Roma, presso la Corte d’Appello, la requisitoria del pubblico ministero. Si torna in aula il 24 giugno 2024 e il 2 luglio, mentre per il 4 sono previste le richieste di condanna dell’accusa, nei confronti dell’ex comandante della caserma di Arce, Franco Mottola, per la moglie Anna Maria, per il figlio Marco e per Vicenzo Quadrale e Francesco Suprano, i due carabinieri che all’epoca dei fatti prestavano servizio nella stazione dei carabinieri di Arce. (Continua a leggere dopo le foto)

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Serena Mollicone, prende il via la la requisitoria: tutte le novità

Potrebbe esserci una nuova svolta sul caso di Serena Mollicone. La rivelazione del brigadiere Santino Tuzi, che disse di aver visto Serena Mollicone entrare nella caserma dei carabinieri di Arce il primo giugno del 2001, intorno alle 11 del mattino, e di non averla vista più uscire, “è credibile”. Lo ha sostenuto, come riportato da Il Messaggero, il sostituto procuratore generale Francesco Piantoni, dando inizio alla requisitoria del processo di secondo grado per l’uccisione della 18enne, trovata il 3 giugno di 23 anni fa senza vita in un boschetto della Ciociaria con la testa incappucciata in un sacchetto di plastica, mani e piedi legati con scotch e fil di ferro. Sono imputati davanti alla Corte d’assise d’appello di Roma, con l’accusa di omicidio volontario, l’ex comandante della stazione dei carabinieri di Arce che inizialmente aveva indagato sul delitto, il maresciallo Franco Mottola, la moglie Annamaria e il figlio Marco, assolti il 15 luglio 2022 dalla Corte d’assise di Cassino “per non avere commesso il fatto”. Alla sbarra ci sono anche due degli allora sottoposti di Mottola: l’ex luogotenente Vincenzo Quatrale, per concorso morale nell’omicidio, e l’appuntato Francesco Suprano, accusato di favoreggiamento. Entrambi erano stati assolti in primo grado “perché il fatto non sussiste”.

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