La sua diffusione capillare, dai grandi centri urbani ai paesi più piccoli, lo ha reso un punto di riferimento per chi cerca sport all’aperto. Facciamo un passo indietro per scoprire come si è sviluppato il padel a livello mediatico.
Quando è arrivato il padel in Italia?
Il padel nasce nel 1969 ad Acapulco, in Messico, da un’intuizione casuale. Enrique Corcuera, appassionato di tennis, decise di costruire un campo nel giardino di casa, circondato da mura per contenere la pallina. Da quella semplice modifica nacque un nuovo modo di giocare, più dinamico e coinvolgente, dove le pareti diventavano parte integrante dello scambio. Il gioco si diffuse rapidamente in Spagna e in Argentina, fino a diffondersi in Europa.
In Italia, i primi campi comparvero nei primi anni Duemila, soprattutto grazie ad alcuni club pionieristici a Roma e nel Nord Italia. Tuttavia, la vera espansione cominciò solo attorno al 2014-2015, quando alcuni imprenditori sportivi iniziarono a costruire impianti dedicati e a organizzare tornei amatoriali. Da allora la crescita è stata costante, ma il vero boom è esploso durante e dopo la pandemia di Covid-19: un periodo in cui le persone cercavano sport all’aperto, dinamici ma non troppo complessi, e il padel rispondeva perfettamente a quelle esigenze.
Nel 2023 la Federazione Italiana Tennis ha cambiato ufficialmente nome in Federazione Italiana Tennis e Padel (FITP), riconoscendo così l’importanza acquisita da questa disciplina. Oggi il padel non è più un fenomeno di moda ma una realtà strutturata, con scuole, allenatori certificati e campionati federali. In meno di vent’anni, un passatempo di nicchia si è trasformato in un movimento sportivo che coinvolge centinaia di migliaia di italiani. (CONTINUA DOPO LA FOTO)

Quanti campi da padel ci sono in Italia oggi?
I numeri raccontano meglio di ogni parola la portata del fenomeno. Oggi in Italia ci sono oltre 10.000 campi da padel, distribuiti in più di 3.700 club su tutto il territorio nazionale. Una crescita vertiginosa se si pensa che, solo dieci anni fa, i campi erano meno di un centinaio. L’Italia è attualmente seconda al mondo per numero di impianti, superata soltanto dalla Spagna, patria europea del padel moderno.
Le regioni con la maggiore concentrazione di strutture sono il Lazio, la Lombardia e la Sicilia, ma il fenomeno si è esteso anche in aree meno centrali, con piccoli comuni che hanno costruito almeno un campo, spesso coperto. Questo sviluppo è stato favorito da due elementi chiave. Da un lato la facilità di gestione e installazione dei campi (più piccoli rispetto a quelli da tennis), dall’altro la redditività per i centri sportivi, che hanno trovato nel padel una fonte stabile di entrate e un mezzo per ampliare il proprio bacino d’utenza.
Molti impianti nascono oggi in versione indoor o semi-coperta, per consentire di giocare tutto l’anno. Il padel si è così trasformato in un vero e proprio motore economico dello sport italiano, con un indotto che coinvolge costruttori, maestri, club manager, produttori di racchette e abbigliamento tecnico. Non è esagerato dire che, negli ultimi cinque anni, il padel ha cambiato il volto dello sport di base in Italia, portandolo a un livello di partecipazione che pochi avrebbero immaginato. (CONTINUA DOPO LA FOTO)

Quali personaggi famosi hanno contribuito al boom del padel?
A spingere il padel sotto i riflettori non sono stati solo i numeri, ma anche i volti noti che se ne sono innamorati. Calciatori, attori, cantanti, ex tennisti e influencer hanno contribuito a renderlo popolare, trasformandolo da curiosità sportiva in fenomeno culturale.
Fra i primi ambasciatori c’è Luca Toni, ex attaccante della Nazionale, che ha spesso raccontato come il padel sia diventato la sua nuova passione dopo il ritiro. Anche Francesco Totti è stato uno dei protagonisti del boom romano, costruendo campi e partecipando a tornei amatoriali che hanno attirato grande attenzione mediatica. Accanto a lui, molti altri ex calciatori — come Candela, Di Biagio, Materazzi, Cassano e Vieri — hanno contribuito a rendere il padel una sorta di “terzo tempo sportivo”, una continuazione del divertimento dopo il calcio.
Il mondo dello spettacolo non è rimasto a guardare. Attori come Claudio Bisio, showgirl e musicisti hanno iniziato a raccontare le loro partite sui social, amplificando la curiosità del pubblico. Anche alcune ex tenniste, come Roberta Vinci, hanno abbracciato la disciplina, portando competenza tecnica e credibilità sportiva. Parallelamente, imprenditori come Claudio Galuppini, fondatore di club e promotore di eventi, hanno contribuito a diffondere l’immagine del padel come sport glamour ma accessibile. (CONTINUA DOPO IL VIDEO)
Il business del padel all’estero
Il padel non è solo lo sport del momento, ma anche un settore di investimento che attrae sempre più celebrità internazionali. Dalle stelle del calcio ai campioni di altri sport, fino a imprenditori e artisti, il business delle “gabbie” è diventato un nuovo terreno di gioco per molti personaggi famosi.
Tra i pionieri figura Zinedine Zidane, che dopo anni vissuti a Madrid ha portato la sua passione in Francia, aprendo diversi centri Z5Padel. Sulla stessa scia Rafael Nadal, che nella sua Academy di Manacor ha integrato numerosi campi e progetti legati al padel, mentre Zlatan Ibrahimovic ha lanciato il marchio Padel Zenter, sbarcato anche in Italia con un maxi impianto a Segrate.
L’ex cestista Tony Parker è tra i promotori dell’Open di Tolosa, e Cristiano Ronaldo sta investendo in Padel City, una struttura di 17 campi a Oeiras, in Portogallo. Anche il cantante Daddy Yankee ha fondato una squadra nella Pro Padel League americana, mentre Andy Murray partecipa alla crescita del movimento britannico con Game4Padel.
Chiudono la lista Tiger Woods e Justin Timberlake, che finanziano un lussuoso complesso residenziale a Miami con 10 campi da padel.
È vero che il padel è più semplice del tennis?
Dire che il padel è “più semplice del tennis” è vero solo in parte. È indubbio che il livello di accesso sia più basso: bastano poche ore di pratica per iniziare a palleggiare e divertirsi, mentre nel tennis il processo di apprendimento è molto più lungo e tecnico. Le racchette più piccole, il campo ridotto e le pareti che rimandano la pallina aiutano i principianti a mantenere scambi più lunghi e regolari. Anche la componente fisica è meno stressante: i movimenti sono brevi, il servizio è dal basso e gli errori non interrompono continuamente il gioco.
Ma parlare di “sport facile” sarebbe un errore. Il padel è un gioco di riflessi, tattica e coordinazione, che richiede una lettura rapida delle traiettorie e un’intesa perfetta con il compagno di squadra. A livelli agonistici, la complessità tattica è altissima: anticipare gli angoli di rimbalzo, muoversi in sincronia e gestire le transizioni da difesa ad attacco richiede ore di allenamento. In sostanza, il padel è più accessibile, ma non meno complesso.
Ciò che lo rende attraente è l’equilibrio tra apprendimento immediato e margine di crescita. Si può giocare per puro divertimento, ma anche competere con serietà. Questa doppia natura — ludica e tecnica insieme — è uno dei segreti del suo successo. (CONTINUA DOPO IL VIDEO)
Perché è considerato uno sport “sociale”?
Il padel ha successo anche perché rompe le barriere generazionali e di livello. È frequente vedere giovani, adulti e senior condividere lo stesso campo; colleghi di lavoro, coppie e amici che si sfidano senza la tensione agonistica di altri sport. È uno sport “ibrido”, dove la competizione è presente ma non invasiva, dove si può ridere durante un punto e poi tornare a giocare con concentrazione.
Il carattere sociale si manifesta anche fuori dal campo. I club di padel sono diventati luoghi di incontro, con bar, eventi e tornei aziendali che mescolano sport e convivialità. La partita è spesso seguita da una birra o da una chiacchierata, e questo elemento di “comunità” è parte integrante dell’esperienza.
Il padel è arrivato in Italia in punta di piedi ma si è trasformato in un fenomeno nazionale. Dalla nascita nei primi club romani fino ai 10.000 campi di oggi, ha conquistato milioni di appassionati grazie alla sua formula vincente.
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