Alla vigilia dell’esordio al Masters 1000 di Parigi contro Bergs, Jannik Sinner ha scelto di parlare apertamente dei rapporti economici tra giocatori e tornei del Grande Slam. E lo ha fatto non per difendere se stesso, ma pensando al bene dei tanti giocatori di seconda fascia che fra spese e mantenimento dello staff faticano a restare nel circuito per le difficoltà finanziarie.
🎾#Rublev non ha dubbi: "Vi spiego perché #Sinner e #Alcaraz sono dominanti e speciali" https://t.co/AjYFKNV03h
— Corriere dello Sport (@CorSport) October 28, 2025
Intervistato dal Guardian, il tennista italiano, attuale numero 2 del ranking ATP, ha espresso la propria delusione per il rifiuto dei quattro Slam – Australian Open, Roland Garros, Wimbledon e US Open – di negoziare su premi e benefit destinati ai giocatori di fascia medio-bassa.
Sinner ha spiegato che ci sono stati buoni colloqui con i tornei del Roland Garros e di Wimbledon, ma le proposte dei giocatori non hanno trovato seguito. “Ci hanno detto che non possono dare seguito alle nostre richieste finché non saranno risolte altre questioni”, ha dichiarato, mostrando di essere molto attento anche alle esigenze dei colleghi che non occupano le prime cento posizioni del ranking.
Il riferimento è alla causa della Professional Tennis Players Association, fondata da Novak Djokovic, che riguarda calendario e programmazione: secondo Sinner, questi temi non dovrebbero impedire agli Slam di discutere benefit essenziali, come pensioni e assistenza sanitaria, per i giocatori meno privilegiati.
“Gli Slam sono gli eventi più importanti e generano la maggior parte dei ricavi del tennis“, ha aggiunto Sinner. “Chiediamo un contributo equo per sostenere tutti i giocatori e un montepremi che rifletta al meglio i guadagni di questi tornei”. L’azzurro ha concluso sottolineando la volontà di collaborazione: “Vogliamo trovare soluzioni positive per tutti nel tennis, che aiutino il circuito e i giocatori a crescere insieme”.
Sinner conferma così di essere pronto a farsi portavoce delle istanze dei colleghi, mostrando un impegno che va oltre il campo e punta a una maggiore equità nel tennis professionistico.
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