
Durante la recente Supercoppa europea disputata a Udine, il presidente della UEFA, Aleksander ÄŒeferin, ha offerto una valutazione dettagliata e sfaccettata del calcio italiano. Le sue parole, riportate a margine dell’evento, hanno toccato sia gli aspetti positivi che le criticità del sistema calcistico della penisola. Se da un lato ha espresso un convinto apprezzamento per la direzione intrapresa dal movimento, dall’altro non ha esitato a lanciare un’analisi severa e inequivocabile sulle infrastrutture sportive, sollevando un tema di dibattito di lunga data e di grande attualità .
La crescita del movimento calcistico italiano
Il massimo dirigente del calcio europeo ha iniziato il suo intervento con un riconoscimento significativo nei confronti del movimento italiano. Nonostante le recenti delusioni della nazionale, come la mancata qualificazione ai Mondiali, ÄŒeferin ha sottolineato una tendenza di crescita complessiva. Un plauso particolare è stato rivolto al presidente della FIGC, Gabriele Gravina, per il “gran lavoro” che sta portando avanti. Questo endorsement da parte di una figura di tale importanza internazionale non è un fatto di poco conto, poiché certifica un impegno e una visione strategica che, secondo l’UEFA, stanno portando i loro frutti. La percezione è che, al di là dei risultati altalenanti della squadra azzurra, il sistema nel suo complesso stia guadagnando in solidità e organizzazione. Questo giudizio è un segnale di speranza per il futuro del calcio italiano.
Il fascino del campionato di Serie A
A ulteriore conferma del suo apprezzamento, ÄŒeferin ha confessato una predilezione personale per la Serie A. Il massimo dirigente ha infatti affermato che, tra le prime cinque leghe europee, il campionato italiano è il suo preferito. Questa dichiarazione è di notevole rilevanza, poiché evidenzia il ritorno di interesse e competitività del torneo. Dopo anni in cui il calcio italiano ha visto il suo appeal internazionale diminuire, a causa di una presunta inferiorità tecnica e di un dominio prolungato di poche squadre, le recenti stagioni hanno mostrato un’accresciuta incertezza e un maggiore equilibrio tra le contendenti. Questo ha reso il campionato più avvincente e imprevedibile, riaccendendo l’interesse degli appassionati e degli addetti ai lavori a livello globale.
La critica impietosa alle infrastrutture
La parte più dura e diretta del commento di ÄŒeferin è stata riservata allo stato delle infrastrutture sportive italiane. Con un linguaggio schietto e senza mezzi termini, ha definito gli stadi “terribili”, una parola che non lascia spazio a interpretazioni. Questa critica non è una novità , ma assume un peso specifico particolare provenendo dal presidente dell’organismo che gestisce le competizioni continentali. Il riferimento alle condizioni strutturali degli impianti non riguarda solo l’estetica, ma anche la funzionalità , la sicurezza e la capacità di generare ricavi moderni. La maggior parte degli stadi italiani risale a decenni fa, spesso costruiti per i Mondiali del ’90, e presenta evidenti segni di obsolescenza. Ciò incide negativamente sull’esperienza dei tifosi, sulla possibilità di ospitare eventi di alto livello e, soprattutto, sulle potenzialità di crescita economica dei club. Un impianto moderno e funzionale è un asset fondamentale per le società , non solo per il giorno della partita, ma come centro polivalente che può generare entrate tutto l’anno.
L’appello alle istituzioni
La chiosa del commento di ÄŒeferin è stata un appello diretto al Governo e ai Comuni. Con un chiaro richiamo, ha sottolineato la necessità di un’azione concertata per affrontare e risolvere la questione delle infrastrutture. Il presidente dell’UEFA ha implicitamente riconosciuto che i club da soli non possono sostenere l’intero onere e che è indispensabile il sostegno e l’intervento delle istituzioni pubbliche per sbloccare la situazione. La burocrazia complessa e le lungaggini amministrative rappresentano spesso ostacoli insormontabili per la costruzione o la ristrutturazione degli stadi. L’auspicio di ÄŒeferin è che le autorità politiche a tutti i livelli comprendano la gravità del problema e collaborino attivamente per facilitare i processi e gli investimenti necessari. Questo intervento, quindi, non si limita a una semplice constatazione, ma si propone come una sollecitazione a un’azione concreta e risolutiva, nell’ottica di garantire al calcio italiano un futuro all’altezza del suo storico prestigio.
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