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Tragedia durante la cena, mangia un boccone di carne e muore: come è successo

Torino, mangia boccone di carne e gli va di traverso: morto per asfissia

Soltanto un mese fa, sempre nel Torinese, una donna disabile di 39 anni stava mangiando a cena, a casa sua a Carmagnola, quando un boccone di carne le è andato di traverso. I familiari hanno cercato di aiutarla, ma lei è diventata paonazza, finché non ha smesso di respirare. In Italia si registra un morto a settimana per soffocamento: le vittime sono soprattutto bambini, anziani, ma anche adulti sani. Tra gli episodi più tragici degli ultimi tempi quello di una bimba morta a Roma a causa di una caramella andata di traverso. (continua a leggere dopo le foto)

Come si fa la manovra di Heimlich

Decessi si sarebbero potuti evitare con la manovra di HeimlichIl professor Giorgio Calabrese, esperto nutrizionista docente universitario e consulente del Ministero dell’Agricoltura in materia di alimentazione, a “Repubblica” ha spiegato a tal proposito: “Purtroppo, nel momento in cui il bolo, anche piccoli pezzi, si incastrano nella trachea non c’è molto da fare. L’unica chance di uscirne è la manovra di Heimlich: quindi prendere la persona da dietro con le braccia e spingere sull’addome per far espellere il boccone. Ma masticando con cura ed evitando alcuni alimenti, se si soffre di disfagia, si può fare prevenzione”. Come si fa la manovra di Heimlich? “Non è difficile: ci si mette dietro alla persona che non riesce a respirare, con le braccia conserte sotto le costole e, con i pugni chiusi, si spinge sullo stomaco verso di sé allo scopo di fare pressione da sotto a sopra (per invertire la direzione del boccone e farlo risalire verso la bocca). Vanno dati dei colpi secchi finché il paziente non si libera ed espelle il boccone. Un indizio per capire se le cose stanno andando bene è fare attenzione se la persona, a mano a mano, riprende a respirare con sempre minore difficoltà. Negli anziani dagli 80 anni in su, che non hanno forza muscolare, è più difficile fare la manovra. Ma ci sono dei corsi, organizzati ad esempio della Croce Rossa, che insegnano la tecnica”, ha chiarito il nutrizionista.

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