Nella conferenza stampa che ha preceduto Fiorentina-Juventus, una domanda sul suo passato in Nazionale ha fatto tentennare per un istante Luciano Spalletti, oggi tecnico dei bianconeri. È stato un attimo breve ma eloquente, il tempo necessario per rimestare in una ferita che non si è mai del tutto chiusa.
Fiorentina-Juventus, parla Spalletti: “Conosco bene Firenze, accetterò qualsiasi situazione. Mi aspetto una grande partita” #Juventus https://t.co/8VVxsojpd7
— StileJuventus (@StileJuventus) November 21, 2025
Il riferimento è alla gestione del suo mandato in Azzurro, finito dopo il 3-0 in Norvegia e, inevitabilmente, al pesante 4-1 rimediato a San Siro dagli uomini di Gattuso. Una partita che ha dimostrato come non basti il cambio del commissario tecnico per risolvere problemi più profondi.
“Mi sono versato più olio bollente addosso di quello che mi hanno voluto attribuire”, dice Spalletti, spiegando che il punto non è ciò che gli è stato rimproverato, ma la consapevolezza di una situazione già prevista.
Aggiunge che “tutti si sono resi conto” della reale forza dell’avversario e della difficoltà di un percorso che avrebbe comunque portato agli spareggi. La sua riflessione non è un atto d’accusa verso Gattuso, che anzi continua a difendere, né verso i giocatori, che definisce “tanta roba da mettere sul piatto”.
Spalletti ricorda con amarezza il modo in cui fu lasciato da solo ad annunciare l’esonero, ma si concentra sul presente, invitando a sostenere la squadra in vista del playoff con l’Irlanda del Nord che si disputerà il 26 marzo. L’eventuale finale contro Galles o Bosnia sarà giocata invece fuosi casa, e questo potrà rappresentare un problema.
“Abbiamo una Nazionale molto forte”, ribadisce l’ex Ct degli azzurri. E da allenatore della Juventus offre la sua disponibilità: “Se ci fosse qualcosa che serve, sarei contento di metterlo a disposizione per arrivare al Mondiale”.
Nella parte finale della conferenza, Spalletti elenca la qualità degli Azzurri: Tonali, Donnarumma, Bastoni, Di Lorenzo, Calafiori, Dimarco, Mancini. Giocatori che, come ricorda, non hanno nulla da invidiare agli avversari, che se il tecnico bianconero riconosce le enormi potenzialità di campioni come Haaland o Nusa.
Il problema non è il talento, ma la continuità: “In questo momento non stiamo riuscendo a prendere il meglio con continuità”. Una frase che riassume la sua esperienza, il suo rammarico e, insieme, la fiducia che l’Italia possa ancora risolvere i suoi problemi.
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