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Sinner, è il momento delle scelte: dalla Coppa Davis ai prossimi tornei, cosa farà Jannik

È il momento delle scelte per Jannik Sinner, tornato nel Principato di monaco per fare il punto dopo il ritiro agli ottavi del Masters 1000 di Shanghai. I crampi che l’hanno costretto a dire addio al torneo non hanno lasciato strascichi, ma il messaggio del corpo è stato inequivocabile: serve pianificare con lucidità le prossime settimane. Nessun infortunio serio, solo la necessità di tirare il fiato dopo un anno logorante, fisicamente e mentalmente.

L’obiettivo del numero due del mondo è si arrivare al Master di Torino nella miglior condizione possibile, per affrontare, eventualmente, Carlos Alcaraz e difendere i 1500 punti della vittoria dello scorso anno. Prima, però, un calendario serrato: il torneo-esibizione “Six Kings Slam” a Riad (15-18 ottobre), poi l’ATP 500 di Vienna (20-26 ottobre) e il Masters 1000 di Parigi (27 ottobre – 2 novembre).

L’uscita prematura in Cina potrebbe spingerlo a giocare entrambi gli appuntamenti europei per recuperare la forma migliore, senza dimenticare che sulla stagione pesano i tre mesi di stop legati alla vicenda Clostebol. Ma le ultime settimane hanno sollevato più di un dubbio sulla tenuta fisica dell’azzurro, già costretto a due ritiri consecutivi nei tornei 1000.

In questo contesto, le finali di Coppa Davis in programma dal 18 al 23 novembre a Bologna diventano un grande punto interrogativo. Sinner vorrebbe esserci, anche per l’occasione di sfidare la Spagna di Alcaraz davanti al pubblico di casa, ma il suo staff sta valutando la possibilità di rinunciare per privilegiare una preparazione più corposa in vista del 2026.

Il piano sarebbe quello di dedicare più settimane al lavoro fisico e tecnico prima della nuova stagione, quando Jannik dovrà difendere il titolo degli Australian Open e i 2000 punti conquistati a Melbourne.

Dopo un’estate vissuta tra trionfi e qualche problema fisico, Sinner si trova ora davanti a una decisione importante: assecondare l’entusiasmo del Paese o ascoltare il proprio corpo. E, come ogni grande campione, sa che la seconda opzione potrebbe essere la più saggia.

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