
Jannik Sinner ha riscritto la storia. Ma lo ha fatto da solo, senza il sostegno diretto delle istituzioni italiane in uno dei momenti più alti dello sport tricolore. A Wimbledon, nella finale più prestigiosa dell’anno, non c’era un ministro, né un dirigente del Coni, né un rappresentante dello Stato a fianco del numero 1 al mondo.
Le istituzioni italiane assenti da Sinner a Wimbledon, Abodi: "Capita anche a un ministro di aver bisogno di fermarsi" – Il Fatto Quotidiano https://t.co/kvcfDkCW1w
— Giuseppe iacobelli (@Giuseppeiacobe3) July 15, 2025
Un vuoto che stona e che ha scatenato polemiche sia sui giornali, sia sul Web. In Rete gli utenti si sono scatenati sul tema. Perché non essere presenti in un’occasione così importante a molti è apparso è imperdonabile. E le giustificazioni arrivate in seguito, se possibile, hanno peggiorato la situazione. (continua dopo la foto)

A provare a spegnere le polemiche, con scarsi risultati, è stato il ministro dello Sport Andrea Abodi, che ha spiegato così la sua assenza: “A volte anche un ministro ha bisogno di un giorno in famiglia”. Una motivazione che ha irritato gli internauti. “Se si ha il ruolo di ministro dello Sport, si hanno anche delle responsabilità pubbliche da onorare”, il sunto di quello che hanno scritto in molti (spesso in toni più accesi di così).
Tanto più che per Carlos Alcaraz si è mosso addirittura Re Felipe VI, insieme al ministro dell’Interno Fernando Grande-Marlaska e all’ambasciatore spagnolo a Londra. Uno schieramento degno dell’importanza dell’evento. L’Italia invece ha preferito non presentarsi, e nemmeno il nuovo presidente del Coni ha ritenuto di dover presenziare. E questo a molti è parso più grave dell’assenza dei politici.
“Ho vissuto la vittoria con grande emozione, anche se a distanza”, ha comunque aggiunto Abodi. “Capita che la vita personale imponga delle scelte. Ci dispiace, sarebbe stato bello esserci”. Poi il tentativo di riportare il discorso sulla gioia collettiva: “La cosa più importante è celebrare la vittoria di Jannik, al di là delle polemiche”. (continua dopo la foto)

Ma in realtà la polemica è più che legittima. Perché l’assenza fisica diventa assenza politica, e quando si tratta di un evento che unisce milioni i persone ha una valenza simbolica per tutta la Nazione. Il vuoto istituzionale resta una brutta figura dei nostri responsabili.
E, come si dice, la toppa stavolta è stata peggiore del buco. Speriamo che questo serva almeno a futura memoria. Perché in un giorno storico per l’Italia, era giusto che ci fosse una rappresentanza consona anche da parte dello Stato o, perlomeno, delle istituzioni sportive. E la differenza in tribuna, dove la Spagna schierava Re e Ministri, ha reso tutto ancora più evidente. E più fastidioso.
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