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Simone Farinelli morto nell’alluvione: l’ultima telefonata prima della tragedia

Simone morto nell’alluvione, l’ultima telefonata prima della tragedia – «Mamma, stiamo arrivando. Pochi minuti e siamo su». Queste le ultime parole che mamma Angela si è sentita dire dal figlio Simone Farinelli, la vittima della tragedia di Pianoro. Stava aspettando lui e il fratello Andrea per cena e con quel brutto tempo era preoccupata. «Mamma tranquilla, ci siamo quasi…», aveva detto il giovane. Purtroppo però, a poche centinaia di metri da casa, quando il livello del Rio Caurinzano ha iniziato a gonfiarsi, l’acqua e fango hanno invaso la strada e la Yaris bianca, guidata da Andrea, è stata risucchiata verso il centro del torrente. «Scendi presto, scappa….», ha urlato Andrea al fratello. Il primo è riuscito a saltare fuori dall’abitacolo, mentre Simone no. (continua a leggere dopo le foto)

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Simone Farinelli morto nell’alluvione, l’ultima telefonata prima della tragedia

Non è servita a nulla la corsa disperata di Andrea fino ad un bar poco distante. A nulla sono valse le richieste d’aiuto. Carabinieri, protezione civile e pompieri non sono neppure riusciti ad avvicinarsi al punto in cui la macchina è stata inghiottita dalla furia della piena. «Mamma, il fiume ci ha trascinato via… non lo so dove è finito Simone …non sono riuscito ad aiutarlo», ha detto il giovane al telefono alla madre, che è rimasta comprensibilmente sotto choc. (continua a leggere dopo le foto)

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Simone Farinelli morto nell’alluvione, il dolore del fratello Andrea e della mamma Angela

«Non ci riesco, non riesco a dire nulla», ha sussurrato la madre a chi, come il cardinale Matteo Zuppi, l’ha chiamata per confortarla: «Neppure riesco a descriverlo questo dolore». Non ha più lacrime Angela e non ne ha neppure Andrea, che si sente in colpa per quanto successo. Nessuno però pensa che lui sia responsabile di quanto successo. Erano due fratelli inseparabili. Vivevano a Ozzano con i nonni da quando i genitori si erano divisi. La madre, che ha un nuovo compagno, era orgogliosa di quel ragazzo che, nonostante un problema all’udito (portava un impianto che lo aiutava a sentire), aveva una forza d’animo incredibile. Aveva appena superato la prova d’accesso all’Accademia di Belle Arti e tra poco avrebbe cominciato a frequentare il corso di “Didattica dell’Arte”.

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