
Una tragedia che ha sconvolto il mondo dello sci e ha riaperto il dibattito sulla sicurezza in pista. Matteo Franzoso è morto a Santiago del Cile dopo due giorni di coma, vittima di un incidente durante un allenamento. La sua scomparsa, a meno di un anno dalla morte di Matilde Lorenzi, ha scosso compagni di squadra e colleghi, che chiedono cambiamenti immediati per tutelare la vita degli atleti.
Il mondo dello sci è in lutto.
— Eurosport IT (@Eurosport_IT) September 15, 2025
Ci ha lasciato a soli 25 anni Matteo Franzoso.
L'azzurro – riporta la FISI – non ha superato le conseguenze del trauma cranico e del conseguente edema cerebrale, dopo la caduta avvenuta sabato in allenamento in Cile.
Condoglianze alla famiglia🌹 pic.twitter.com/TohYE1zcAI
Voci autorevoli come quelle di Matteo Marsaglia, Alexis Pinturault e Adrien Theaux si uniscono in un coro di rabbia e chiedono interventi immediati, sottolineando che la sicurezza non può più essere trascurata, soprattutto durante gli allenamenti.
Marsaglia, ex azzurro, ha scritto sui social un messaggio toccante: “La colpa è anche nostra, dobbiamo smettere di girarci dall’altra parte. Ora è il momento di fermarci e chiedere aiuto alle Federazioni, alla Fisalpine e agli allenatori, per alzare l’asticella della sicurezza“.
Adrien Theaux rilancia: “Quante morti tragiche dovremo sopportare prima di aprire finalmente il dibattito sulla sicurezza? È dovere di tutti trovare soluzioni concrete per il futuro dei nostri sport e dei nostri futuri atleti”. Alexis Pinturault ha parlato di rabbia e della necessità di cambiamento immediato, mentre Christophe Krenn ricorda Franzoso come “un collega, un fratello in pista” e chiede maggiori standard di sicurezza.
Franzoso era caduto all’inizio della pista di allenamento, dopo un salto, superando le reti di sicurezza e impattando contro una barriera frangivento in legno a 7 metri dalla pista. Il trauma cranico purtroppo gli è stato fatale, e il decesso è giunto dopo due giorni di agonia.
In Coppa del Mondo le norme di sicurezza sono molto rigide, ma per le piste di allenamento gli obblighi non sono altrettanto stringenti. L’evoluzione degli attrezzi da sci, con velocità sempre più elevate, e la fragilità di alcuni materiali hanno reso gli allenamenti più rischiosi. Lo stesso Kristian Ghedina ha sottolineato come gli sci attuali siano troppo veloci, con conseguenti pericoli.
Matteo Franzoso, una morte che riapre il dibattito sulla sicurezza
Presente in pista a La Parva c’era anche la Svizzera di Marco Odermatt, la Norvegia di Kilde e altri atleti internazionali, mentre nei giorni precedenti era presente Lindsey Vonn. La sorella di Matilde Lorenzi, Lucrezia, ha denunciato: “Non si può andare a sciare e non tornare più. Le parole ‘destino’ e ‘sfortuna’ non hanno posto nel vocabolario di un’atleta”.
Il presidente della FISI, Flavio Roda, ha dichiarato: “Questa è una tragedia per la famiglia e per il nostro sport. È assolutamente necessario fare tutto il possibile affinché incidenti simili non accadano mai più”. Un appello alla riflessione e al cambiamento, che trova eco nelle parole dei protagonisti della disciplina: è ora di rivedere standard, protocolli e materiali per rendere lo sci competitivo più sicuro.
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