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Quando si possono accendere i termosifoni: le date città per città e i limiti

Quando si possono accendere i termosifoni: le date città per città e i limiti – Con l’arrivo del primo freddo tornano puntuali le domande: quando si potranno accendere i riscaldamenti? E per quante ore al giorno? Le regole sono definite da un calendario nazionale, stabilito dal DPR 74/2013, ma con margini di flessibilità affidati ai singoli Comuni. Spetta infatti ai sindaci stabilire la data effettiva di accensione e spegnimento in base alle condizioni meteo locali: se le temperature restano miti, è possibile posticipare l’accensione, mentre in caso di freddo anticipato si può anticiparla. L’Italia è suddivisa in sei zone climatiche, dalla più calda (A) alla più fredda (F), che determinano le fasce orarie e i periodi consentiti per l’attivazione degli impianti di riscaldamento.

Zone A, B e C: da novembre a marzo

Nella zona A (Lampedusa, Linosa e Porto Empedocle) i termosifoni potranno essere accesi dal 1° dicembre al 15 marzo, per un massimo di 6 ore al giorno. La zona B comprende invece le province di Agrigento, Catania, Crotone, Messina, Palermo, Reggio Calabria, Siracusa e Trapani: qui il periodo di accensione va dal 1° dicembre al 31 marzo, fino a 8 ore giornaliere. Più esteso il calendario nella zona C, che include città come Bari, Napoli, Lecce, Cagliari, Salerno, Sassari e Taranto: i riscaldamenti potranno essere attivi dal 15 novembre al 31 marzo, con un massimo di 10 ore al giorno.

Zone D ed E: da novembre fino ad aprile

Nella zona D, che interessa gran parte del Centro Italia – tra cui Roma, Firenze, Genova, Pisa, Pescara, Teramo, Terni e Viterbo – i termosifoni potranno essere accesi dal 1° novembre al 15 aprile, per 12 ore giornaliere. Ancora più ampio l’intervallo nella zona E, che comprende le province del Nord come Milano, Torino, Bologna, Verona, Trieste, Venezia e Bolzano, oltre a buona parte dell’Appennino centrale. In questa fascia l’accensione è consentita dal 15 ottobre al 15 aprile, fino a 14 ore al giorno. Rientrano in questa categoria anche i comuni di montagna più freddi di Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna e Friuli Venezia Giulia, mentre Forlì e Forlimpopoli, considerati leggermente più miti, restano in zona D.

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