Preti, suore e frati dedicano le loro vite al servizio religioso e spirituale, ma come tutti gli individui hanno bisogno di un sostentamento economico. Ecco quanto guadagnano preti, suore e frati, analizzando le differenze di retribuzione basate su ruolo ed esperienza. Scopriamo anche chi paga i loro stipendi e come funziona il sistema pensionistico per coloro che servono la chiesa.
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Quanto guadagnano i preti
Il guadagno di un prete varia notevolmente in base al loro ruolo e all’esperienza accumulata durante la carriera ecclesiastica. Ecco una panoramica dei guadagni per diverse posizioni:
- Prete Semplice: Circa 1.000 euro lordi al mese per 12 mensilità .
- Parroco: Circa 1.200 euro al mese.
- Vescovo: Può raggiungere i 3.000 euro al mese.
- Cardinali: Fino a 5.000 euro al mese, più bonus.
Tuttavia, è importante notare che il Papa non percepisce uno stipendio. Papa Francesco ha rinunciato a uno stipendio, mentre il suo predecessore, Benedetto XVI, guadagnava 2.500 euro al mese. Il Pontefice può accedere a un fondo presso lo Ior che raccoglie donazioni, noto come l’Obolo di San Pietro, che sostiene opere benefiche sponsorizzate dal Santo Padre. Inoltre, molti preti possono avere un secondo lavoro che consente loro di integrare il loro reddito. Ad esempio, alcuni possono insegnare religione presso le scuole.
Quanto guadagnano suore e frati
La situazione finanziaria di suore e frati è diversa rispetto a quella dei preti. Poiché hanno fatto voto di povertà e obbedienza, non ricevono uno stipendio fisso. Spesso, le suore svolgono anche altre professioni, come insegnanti o infermiere, e ricevono un compenso adeguato ai contratti di categoria. Allo stesso modo, i frati possono svolgere attività retribuite dalla Diocesi, arrivando a percepire circa 1.000 euro al mese.
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Chi paga gli stipendi dei preti
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, gli stipendi dei preti non sono pagati né dal Vaticano né dallo Stato italiano. I compensi vengono erogati dall’Istituto Centrale per il Sostentamento del Clero (ICSC), un organo interno della Conferenza Episcopale Italiana (CEI). Ogni Diocesi fa riferimento a un istituto locale speciale per il sostentamento del clero, il quale si rivolge all’ICSC per ottenere l’erogazione del compenso. I sacerdoti sono tenuti a comunicare all’istituto di riferimento le loro entrate, le attività e l’anzianità di servizio, fattori che influenzano la composizione del loro reddito.