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Politica italiana in lutto, si è spento a 82 anni un vero leader

Il coinvolgimento nel rapimento Moro

Nel 1978, durante il rapimento di Aldo Moro da parte delle Brigate Rosse, Piperno tentò di fare da mediatore tra i terroristi e la Democrazia Cristiana, senza successo. La sua riflessione sull’episodio, in cui parlava della “terribile bellezza” di un corteo armato del 1977 e della “geometrica potenza” dell’assalto di via Fani, rimase una delle frasi più ricordate, sebbene profondamente divisive.

Nel 1979, Piperno fu coinvolto nel cosiddetto processo del 7 aprile, un’operazione giudiziaria che accusava intellettuali della sinistra extraparlamentare di collegamenti con il terrorismo. Per sfuggire alla giustizia, si rifugiò in Francia, avvalendosi della “dottrina Mitterrand”, e successivamente in Canada. Tornò in Italia solo quando le accuse principali caddero e rimase condannato a due anni di carcere per associazione sovversiva. (continua dopo la foto)

Il ritorno in Calabria

Dopo aver chiuso il capitolo giudiziario, Piperno si stabilì a Cosenza, dove insegnò all’Università della Calabria e fu tra i fondatori di Radio Ciroma, una stazione indipendente. Tra la fine degli anni Novanta e i primi Duemila ricoprì anche il ruolo di assessore alla Cultura del Comune di Cosenza, dimostrando un forte legame con il territorio. Il suo nome emerse anche nel 2006 durante la votazione per il presidente della Repubblica, quando ottenne due voti al secondo scrutinio e tre al terzo.

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