
L’attesa per la Parigi-Roubaix 2025 è alle stelle, e il protagonista più atteso di questa edizione è, neanche a dirlo, Tadej Pogacar, il fenomeno sloveno che per la prima volta si cimenta nell’inferno del pavé. Dopo aver dominato quasi ovunque, ora Pogacar affronta una nuova e dura sfida: il leggendario settore di Arenberg, uno dei passaggi più temuti della corsa.
Parigi-Roubaix 2025, Thierry Gouvenou spiega le modifiche al percorso: “È il ciclismo che deve adattarsi alle strade, non viceversa” https://t.co/75Hu4vcMpK
— SpazioCiclismo (@SpazioCiclismo) April 10, 2025
La Foresta di Arenberg è il cuore pulsante della Roubaix. Con i suoi 2300 metri di pavé sconnesso, ha visto passare e a volte arrendersi i più grandi ciclisti della storia. Per chi non è tifoso, è difficile immaginare quanto quel pavé irregolare possa essere spietato. Ma per chi pedala a più di 70 km/h le vibrazioni della strada si sentono in ogni muscolo, e conta l’abilità – che non tutti possono avere – di “domare” un terreno ai limiti della percorribilità.
Quest’anno, però, il percorso di Arenberg ha subito alcune modifiche. Non ci sarà più la chicane che rallentava la velocità dei corridori prima dell’ingresso nel settore e il tracciato sarà più tecnico. I corridori affronteranno quattro curve strette nel chilometro che precede l’ingresso nella foresta, il che aumenterà ulteriormente le difficoltà. Questo cambiamento, voluto per una maggiore sicurezza, non toglierà nulla alla durezza del pavé.
Pogacar, che non ha mai affrontato la Parigi-Roubaix, ha deciso di mettersi alla prova su queste mitiche strade. Se riuscirà a sopravvivere all’inferno di Arenberg, non c’è dubbio che avrà la possibilità di lottare per la vittoria finale. Già Filippo Ganna e Mathieu Van der Poel hanno combattuto fra queste pietre. Ora sarà Pogacar a farlo, con la determinazione che lo contraddistingue.
Non a caso Arenberg è stata definita la “porta dell’inferno” e, come disse il campione Andrei Tchmil, “è come l’alzarsi del sipario a teatro. La tragedia inizia lì”. È proprio questo il fascino della Roubaix: una gara dove ogni pietra, ogni curva, ogni chilometro può fare la differenza. E con Pogacar, l’incognita si fa ancora più intrigante. La Parigi-Roubaix 2025, comunque andrà, scriverà una nuova storia. Vedremo chi ne sarà il protagonista.
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