
Il teatro social di Nick Kyrgios torna a riempirsi, e come spesso accade lo fa nel modo più scomposto. Il bersaglio? Neanche a dirlo, Jannik Sinner, fresco vincitore di Wimbledon. L’australiano, ormai quasi ex tennista più noto per le provocazioni che per le volte che scende in campo, ha deciso di “dedicare” un post al trionfo dell’azzurro: un semplice asterisco (“*”), pubblicato sul proprio profilo ufficiale.
#Kyrgios sfiora il ridicolo. La dedica a Sinner per il trionfo di #Wimbledon ? Il tennista manda espliciti messaggi sul caso Clostebol, sua ossessione in questi mesi. Posta un asterisco, riferimento agli albi d'oro con i nomi di atleti dalla reputazione "sospetta" pic.twitter.com/2wFqYVfqmv
— I fatti nostri (@Infofatti) July 15, 2025
Apparentemente niente di che. In realtà, una frecciata velenosa, nemmeno troppo velata. Nel linguaggio sportivo, l’asterisco è il simbolo accanto ai nomi di chi ha vinto sotto sospetto, magari con un’ombra di doping. Ed è lì che Kyrgios va a parare: accostare il successo di Sinner al caso Clostebol, chiuso ormai da mesi con una piena assoluzione e zero ambiguità.
Non è la prima volta che Kyrgios torna sulla vicenda. Anzi, il tema è diventato una vera e propria ossessione, al centro delle sue sparate contro Sinner e anche Iga Swiatek, anche lei completamente scagionata da sospetti di avere assunto doping. (continua dopo la foto)

La WADA stessa ha riconosciuto l’innocenza di Sinner e della Swiatek, e per i due tennisti ha proposto una sospensione solo per evitare un iter legale lunghissimo. Sospensione che i legali di Sinner e Swiatek hanno infine accettato per motivi strategici, non certo per ammissione di colpa.
Ma Kyrgios questo lo sa, fa solo finta di non saperlo. Perché attaccare Sinner oggi gli procura una visibilità che il tennis non può più offrirgli. Il contrasto tra i due non potrebbe essere più evidente: da un lato Sinner, che risponde sul campo e con i fatti. Dall’altro Kyrgios, che sui social alterna provocazioni, autocelebrazione e un’inquietante crociata personale contro chi invece costruisce una carriera fatta di lavoro, talento e testa.
In fondo, forse l’asterisco andrebbe messo sul nome di chi twitta, non su quello di chi alza il trofeo. Ma Kyrgios è fatto così e forse il modo migliore di accogliere le sue sparate è ridendoci su. Perché ormai ha superato il confine del buon senso, insieme a certi giornali scandalistici inglesi. In fondo, il meccanismo è lo stesso. Ma che tristezza.
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