x

x

Vai al contenuto

NBA, finali Conference: c’è una squadra implacabile e un campione che fa la differenza

NBA, l’entusiasmo è alle stelle. Oklahoma City continua a vivere il suo sogno: una squadra giovane, feroce, guidata dal suo MVP. I Thunder afferrano anche gara-2 della finale di Western Conference, dominano e non ha nessuna voglia di fare passi indietro. I Timberwolves, invece, sono a terra: sabato notte, a Minneapolis, avranno l’ultima occasione per riaprire la serie. Ma, almeno per quanto visto sinora, servirà un mezzo miracolo.

Il protagonista? Sempre lui, Shai Gilgeous-Alexander, MVP fresco di nomina e ancora più affamato. Ne piazza 38, con 13 su 15 ai liberi, 5ª gara consecutiva sopra i 30. Una sentenza dalla media distanza, un rebus per chiunque provi a contenerlo. E se non bastasse lui, ci pensano Chet Holmgren e Jalen Williams: anche loro oltre quota 20.

Coach Daigneault sfodera ancora una difesa ferrea, capace di far deragliare l’attacco di Minnesota. Dopo il 15/51 da tre in gara-1, i Wolves affondano con 11/39 in gara-2. Sballati, spenti, smarriti. Con 14 palle perse punite con 22 punti in transizione, non c’è scampo. E il solito spartiacque è il terzo periodo: 35-21 per OKC, ed è di nuovo fuga.

I Timberwolves sembrano aver esaurito la magia. L’attacco è un disastro, senza ritmo e con scelte discutibili. Julius Randle, in particolare, è un fantasma: solo 2 canestri e 4 palle perse, in panchina nel quarto periodo come un comprimario qualunque. Gobert impalpabile, Reid mai in ritmo da fuori. La squadra atletica che aveva steso Lakers e Warriors si ritrova ora a giocare 4 contro 5 in attacco.

Il solo a provarci, come sempre, è Anthony Edwards: talento purissimo, ma solista. E questa serie, per quanto fisica, si vince con la testa, non solo con i muscoli.

NBA, Oklahoma a un passo dal sogno

Partenza a nervi scoperti: dopo meno di due minuti, l’arbitro Scott Foster viene colpito al volto da Lu Dort e si ferma per una perdita di sangue dal naso. Poi, la battaglia. Primo quarto equilibrato, 29-25 OKC, coi rimbalzi offensivi a tenere in vita Minnesota.

Nel secondo quarto i Thunder allungano: 58-50 all’intervallo, con 19 di Shai e 16 di Edwards. Ma la differenza è nella gestione: Oklahoma comanda, Minnesota arranca. E quando Holmgren schiaccia per l’82-65, la gara è già in ghiaccio. Poi arriva la solita tempesta: 93-69 già nel terzo quarto. I Wolves crollano alla prima raffica, come in gara-1. Non sanno incassare, e senza equilibrio il castello crolla.

Thunder avanti 2-0, in totale controllo della serie. Minnesota spalle al muro: sabato notte sarà da dentro o fuori. E c’è un dato che pesa come una condanna: nessuna squadra nella storia NBA ha mai rimontato uno 0-3 ai playoff. Ai Timberwolves servono nervi saldi, idee chiare e un attacco che smetta di autosabotarsi. Altrimenti, Oklahoma City continuerà a sognare in grande.

Leggi anche:

Argomenti