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Mondiale per Club: come subire 17 gol, ricevere un premio ed essere felici

Mondiale per club, sono tornati a casa con le tasche piene e l’orgoglio alle stelle nonostante 17 gol incassati in tre partite. I giocatori dell’Auckland City, squadra dilettantistica della Nuova Zelanda, hanno scritto una pagina epica del Mondiale per club: pareggiando 1-1 contro il Boca Juniors, hanno centrato un obiettivo impensabile, ma soprattutto hanno conquistato 930.000 euro.

Si tratta del premio FIFA destinato per ogni pareggio ottenuto in un match del torneo. Per questi ragazzi, significa 11.111 volte la loro paga settimanale, che normalmente si aggira sugli 84 euro. Sì, avete letto bene. In una competizione dominata da colossi come Bayern Monaco e Benfica, che avevano rifilato rispettivamente 10 e 6 gol all’Auckland City, i neozelandesi hanno trovato nel Boca il varco per scrivere la loro favola.

Il gol del pari lo ha segnato Christian Gray, che nella vita insegna educazione fisica, come diversi suoi compagni fanno il muratore, il professore o – come Sebastián Ciganda – l’addetto alla pulizia di piscine e vasche idromassaggio. “Ho chiesto le ferie per venire qui, altrimenti mi sarei licenziato”, ha raccontato Ciganda. E no, non sono stati pagati durante la trasferta americana. Ma torneranno a casa con un premio che il club dividerà con tutta la squadra e lo staff.

Il paradosso è servito: l’Auckland City non è nemmeno il club principale della città, ruolo occupato dall’Auckland FC che milita nella più ricca A-League australiana. I Navy Blues, invece, giocano in un campionato regionale dell’Isola del Nord, percepiscono circa 93 euro a partita e sono in tutto e per tutto una squadra semi-amatoriale.

Eppure, grazie alla vittoria nella Champions League oceanica, sono stati loro a rappresentare la Nuova Zelanda nel torneo. Contro ogni pronostico, hanno ora fermato gli argentini del Boca: un pari che vale oro.

E in un calcio che spesso dimentica le sue radici, la storia dell’Auckland City accende una scintilla romantica: perché anche chi non guadagna milioni e vive del suo lavoro, per un attimo, può sfiorare un momento di gloria sul prato verde dove la palla scorre e gli uomini con gli scarpini, da lontano, sembrano davvero tutti uguali.

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