
Milan, quando la passione si trasforma in rabbia. Sabato sarà un giorno particolare per il tifo rossonero, perché la partita con il Monza sarà solo una mesta passerella per una squadra senza più obiettivi, nemmeno l’accesso alla Conference League. E i tifosi chiederanno conto di una stagione fallimentare.
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— Milanisti Channel (@MChannel1899) May 22, 2025
Gli Ultras del Milan, quelli della Curva Sud, non vogliono più restare in silenzio. E questa volta lo faranno capire a tutti, non solo allo stadio, ma a partire dalla sede del club fino poi ad arrivare a San Siro. Il tifo organizzato rossonero ha convocato il proprio popolo per le ore 17 di sabato davanti a Casa Milan, con un messaggio netto: “Serve la massima partecipazione di tutto il popolo rossonero”.
L’obiettivo è chiaro: contestare apertamente la società per l’ennesima stagione deludente. Dopo il ritrovo sotto la sede, la protesta si sposterà a San Siro, dove alle 20.45 è previsto il calcio d’inizio di Milan-Monza, ultima gara di un campionato da dimenticare.
Una volta dentro lo stadio, gli ultras resteranno solo per il primo quarto d’ora. Poi, abbandoneranno gli spalti. Non per disinteresse, ma per lasciare la squadra e la società “soli con la loro vergogna”, come recita il comunicato diffuso in rete. Una contestazione civile, assicurano, “nel rispetto del pensiero di tutti”, ma allo stesso tempo dura e senza compromessi.
Milan, la rivolta dei tifosi
Non è la prima volta che la Curva lancia messaggi forti: già nei giorni scorsi erano comparsi striscioni polemici davanti alla sede rossonera. Il bersaglio? Sempre lo stesso: la dirigenza. A nulla sono serviti i tentativi della società di mostrare segnali di rinnovamento.
In queste ore, infatti, l’amministratore delegato Furlani pare aver scelto due figure chiave per il rilancio: Igli Tare come direttore sportivo e Vincenzo Italiano come allenatore.
La domanda, ora, è se queste scelte basteranno a ricucire il rapporto con la tifoseria organizzata. Sabato, intanto, gli Ultras daranno un segnale e si vedrà come risponderà il resto dello stadio. Perché il Milan è un’identità. E i tifosi, quelli veri, non accettano che venga calpestata.
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