
Il Milan è pronto ad abbracciare Christopher Nkunku, attaccante francese di origini congolesi in uscita dal Chelsea. Corteggiato anche dal Bayern Monaco, l’ex Lipsia ha scelto di sposare il progetto rossonero e di portare la sua imprevedibilità al servizio di Massimiliano Allegri.
Nkunku è un giocatore estremamente duttile, capace di muoversi su più zone del fronte offensivo: seconda punta, esterno sinistro o destro. Un profilo diverso da quello ideale indicato da Allegri, che avrebbe preferito un centravanti d’area come Dusan Vlahovic, ma che può comunque garantire fantasia e qualità.
Il retroscena: la narrazione sulla non volontà per #Vlahovic. #Max, ci sono #Nkunku e #Dovbyk dietro l’angolo https://t.co/lN8BWxYquM
— Alfredo Pedullà (@AlfredoPedulla) August 27, 2025
Le qualità tecniche
Le caratteristiche principali di Nkunku sono ben note:
- grande abilità nello stretto e nel controllo di palla;
- tiro potente e preciso, soprattutto da fuori area;
- capacità nel colpo di testa;
- pericolosità sui calci piazzati, rigori e punizioni.
Un bagaglio tecnico completo che lo rende una risorsa preziosa per variare le soluzioni offensive del Milan.
L’incognita degli infortuni
Se il talento non è in discussione, a pesare sul giudizio complessivo ci sono i frequenti problemi fisici che hanno condizionato la carriera recente di Nkunku.
Tra il 2022 e il 2024, il francese ha saltato circa 70 partite per vari stop: lesioni muscolari, problemi al ginocchio, rotture del collaterale, guai alla coscia e all’anca. Una sequenza lunga che ha frenato la sua continuità.
Dal 2018 a oggi si segnalano oltre dieci stop significativi, alcuni molto lunghi come i 110 giorni per l’infortunio al ginocchio e gli 84 giorni per la rottura del legamento collaterale laterale.

Segnali incoraggianti
Nonostante il passato recente, l’ultima stagione ha restituito qualche segnale positivo: Nkunku ha saltato solo sei partite complessive, mostrando una tenuta fisica migliore e una maggiore continuità.
Il Milan, dunque, si affida al talento e alla duttilità del classe ’97, consapevole dei rischi legati agli infortuni ma anche delle enormi potenzialità di un giocatore che, se in condizione, può davvero fare la differenza.
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