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Medici di famiglia, è svolta epocale: le novità in arrivo

Una svolta storica si profila per i medici di famiglia in Italia. La bozza di riforma, pubblicata in anteprima da Milena Gabanelli sul Corriere della Sera, prevede il passaggio dal loro attuale status di liberi professionisti convenzionati a quello di dipendenti del Servizio Sanitario Nazionale (SSN). L’obiettivo è rendere più efficiente l’assistenza territoriale e far funzionare le 1.350 Case della Comunità finanziate con i 2 miliardi del PNRR. Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, e le Regioni sostengono la riforma, che si inserisce in un contesto di forte necessità di rinnovamento del sistema sanitario.

Le novità in arrivo

La bozza di riforma, composta da 22 pagine, introduce tre cambiamenti fondamentali:
1. Rapporto di impiego: I nuovi medici di base saranno assunti come dipendenti del SSN, con un contratto di lavoro simile a quello degli ospedalieri.
2. Esaurimento del rapporto convenzionato: I medici attualmente in servizio potranno continuare a lavorare come liberi professionisti, ma il loro ruolo verrà progressivamente assorbito dal nuovo sistema basato sull’assunzione diretta.
3. Presenza obbligatoria nelle Case della Comunità: I medici di famiglia dovranno garantire assistenza sia negli studi privati sia nelle strutture pubbliche, aperte dalle 8 alle 20, con servizi diagnostici come ECG, ecografie e spirometrie.

Uno dei fattori chiave che ha spinto verso questa riforma è il ricambio generazionale. Attualmente, il 77% dei medici di base ha più di 55 anni e si prevede che circa 10.000 professionisti andranno in pensione tra il 2025 e il 2030. Un sondaggio recente ha rivelato che il 49% dei giovani medici vede con favore il passaggio alla dipendenza dal SSN, ritenendolo un miglioramento delle proprie condizioni di lavoro.

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