Marco Pantani è stato uno dei più grandi ciclisti di tutti i tempi. Una carriera leggendaria fino alla misteriosa morte avvenuta all’improvviso il 14 Febbraio 2004. Uno dei migliori in assoluto in montagna, è stato soprannominato “Il Pirata“. Per via dei suoi record in salita e dei crediti assegnati dai colleghi è considerato tra gli scalatori puri più forti di ogni tempo. Dopo essere caduto in depressione, muore a Rimini in circostanze che ancora oggi non sono state definite del tutto. Ripercorriamo insieme le tappe della sua straordinaria carriera.
Quanti Giri d’Italia ha vinto Marco Pantani?
Marco Pantani esordisce come professionista il 5 agosto 1992 con la squadra “Carrera Tassoni“. La prima vittoria arriva invece nel 1994, nella tappa di Merano del Giro d’Italia. Sempre lo stesso anno riesce a vincere anche la tappa dell’Aprica. A lanciare il suo nome tra i big del ciclismo è la doppia vittoria ottenuta nel Tour de France nelle tappe Alpe D’Huez e Guzet Neige. Nel 1995 vince il bronzo ai Campionati del mondo di Duitama in Colombia, ma è anche l’anno di un brutto incidente alla Milano-Torino che lo costringe a saltare una stagione intera. Nel 1997 cade alla tappa di Cava dei Tirreni ed è costretto a ritirarsi dal Giro d’Italia.
Ne 1998 però Marco Pantani sale in cattedra: vince il Giro d’Italia (aggiudicandosi le tappe di Piancavallo e Montecampione) e immediatamente dopo vince il Tour de France (portando a casa le tappe di Plateau de Beille e Les Deux Alpes). Nel 1999 vuole riconfermarsi e al Giro d’Italia – con tanto di maglia rosa – vince quattro tappe: Gran Sasso, Oropa, Pampeago, Madonna di Campiglio. Dopo l’ultima vittoria però arriva il brusco stop. Un controllo anti-doping lo coglie con le mani nel sacco, anche se Marco si proclama da subito innocente. Dopo la notizia Pantani accusa il colpo e sviluppa una crisi interiore. Prova a reagire e torna in gara per il Giro del Giubileo con partenza da Roma, senza però riuscire a completarlo. Partecipa anche al Tour e si porta a casa le tappe del Mont Ventoux e di Courchevel. Il suo ultimo Giro è nel 2003 e lo chiude al quattordicesimo posto.
Quanto andava forte in salita Marco Pantani?
Marco Pantani è ancora oggi uno dei migliori scalatori di sempre nel ciclismo. Detiene ancora oggi il record di salita sull’Alpe d’Huez: ha impiegato 36 minuti e 50 secondi per affrontare i 22 tornanti distribuiti lungo i 13,8 chilometri di una delle montagne più leggendarie e avvincenti, emblema del ciclismo internazionale e punto culminante del Tour de France. Questo primato resiste da oltre 25 anni e Pantani possiede ancora il primo, il secondo e il terzo tempo sull’Alpe d’Huez.
Perché Pantani andava forte in salita?
Il ciclismo ha avuto scalatori puri che hanno lasciato il segno. Basti pensare all’Angelo della montagna Charly Gaul, l’Aquila di Toledo Federico Bahamontes o il “Tarangu” Manuel Fuente. In particolare Gaul si distingueva per la leggiadria con cui lievitava in salita con un rapporto leggero, come se volasse. Fino a quel momento il prototipo perfetto di scalatore era quello.
Con Pantani invece diventa qualcos’altro. “Il Pirata” inizia ad aggredire i dislivelli, martellando la montagna e gli avversari, scattando a più non posso fino a rimanere solo al comando. In tal senso, una delle vittorie più celebri è sull’Alpe d’Huez, quando percorre l’ascesa in 37 minuti e 35 secondi segnando un record che immortale nella storia della competizione francese. In un’intervista il ciclista azzurro ha spiegato così le ragioni dei suoi ritmi forsennati in salita: “Vado così forte in salita per abbreviare la mia agonia”.
La morte e le inchieste
Dopo essere stato ricoverato in una clinica vicino Padova per curare le sue crisi depressive, Marco Pantani è stato trovato morto il 14 febbraio 2004 in un residence di Rimini, nel quale si era trasferito da alcuni giorni. Le circostanze della morte non sono mai state del tutto chiarite. Trovato morto nella stanza D5 dell’edificio, l’autopsia ha rivelato che il decesso era avvenuto tra le 11:30 e le 12:30, causato da un edema polmonare e cerebrale, conseguente a un’overdose di cocaina e, secondo una perizia successiva, anche da psicofarmaci. Dopo la sua morte, la madre, Tonina Belletti, non ha mai smesso di cercare la verità su quanto accaduto al figlio. Secondo lei, Marco non sarebbe deceduto per un’overdose, ma sarebbe stato assassinato a causa di qualche scomodo segreto: “Mio figlio è stato ucciso. Non voglio vendetta ma giustizia. Durante il suo funerale mi sono promessa che avrei dovuto fare di tutto per arrivare alla verità“.
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