
Ci sono partite che rappresentano dei punti di svolta. L‘Inter si augura che non sia così per questo inopinato pareggio a Parma, frutto di venti minuti del secondo tempo in cui la squadra è rimasta letteralmente negli spogliatoi. Dilapidando un vantaggio di due gol in un primo tempo dominato, nonostante due importanti interventi di Sommer nelle uniche due occasioni del Parma.
Parma-Inter 2-2, i cambi di Chivu condannano i nerazzurri: ora il Napoli può portarsi a -1
— Calciostyle (@calciostyle4) April 5, 2025
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Il pomeriggio di Parma inizia con una novità intrigante: Asllani e Calhanoglu in campo insieme dal primo minuto. Due teste pensanti nel centrocampo nerazzurro, due geometrie diverse chiamate a convivere: il primo regista, il secondo mezzala creativa. Ha funzionato a metà, perché se Calhanoglu ha giocato un buon match, Asslani ha fallito l’ennesimo esame.
L’Inter del primo tempo è scolpita nel marmo della consapevolezza. Il copione è noto, eppure continua a sorprendere: asse sinistro, palla a Bastoni, incursione del tandem Mkhitaryan-Calhanoglu, e rifinitura per Dimarco, che dalla fascia manda l’ennesimo messaggio d’amore al pallone. A convertire quel moto perpetuo è Darmian, che al 15’ insacca il suo terzo gol in campionato: tiro strozzato, ma chirurgico.
Yann Sommer è impegnato in sole due occasioni, ma sono due interventi importanti: prima al 10’ su Bonny, poi al 20’ su Man, è l’ago della bilancia che tiene l’Inter al riparo. La Svizzera è neutrale, Sommer no: si butta, alza un muro e guarda il Parma da dietro il fortino. Mentre Lautaro si mangia un gol incredibile su “assist involontario” di Thuram: da due metri tira troppo molle e centra il portiere avversario.
Il raddoppio arriva sul gong del primo tempo. Un’azione da manuale: Darmian serve Mkhitaryan, che vede la corsia destra spalancarsi e pesca Thuram in mezzo. Il francese colpisce malissimo la palla, ma quella si impenna e spiove in rete. Un clamoroso colpo di fortuna, tanto che il francese festeggia a mezza bocca.
Inter, secondo tempo horror
Ma nel secondo tempo qualcosa cambia. Chissà cosa ha urlato Christian Chivu nello spogliatoio. Fatto sta che il Parma esce con gli occhi iniettati di orgoglio, con l’assetto rimodellato da Bernabè, Pellegrino e Leoni, e con un’idea chiara: attaccare a testa bassa la capolista. Dall’altra parte c’è una squadra che rimane letteralmente negli spogliatoi insieme a Bastoni, sostituito per una botta al ginocchio.
Per più di 20 minuti l’Inter smette di giocare. Il Parma fa quello che vuole, e al 60’, Bernabè scarica un sinistro da fuori che si insacca radente al palo e riapre tutto. Ma l’Inter non si scuote, e i cambi programmati da Inzaghi non aiutano. Nove minuti dopo, è Ondrejka – aiutato da una deviazione di Darmian – a completare la rimonta.
I nerazzurri si trovano a dover cercare il gol vittoria senza Di Marco, Calhanoglu, Bastoni e un infuriato Lautaro, che al momento del cambio lascia capire molto bene a tutti che la decisione di Inzaghi non gli è proprio andata giù. Con fuori i suoi uomini migliori e in campo un confuso Asslani e un impalpabile Frattesi, oltre a Thuram stremato, l’Inter riceve un po’ di brio solo dall’ottimo Zalewski.
La squadra di Inzaghi è stanca e ha troppi impegni, lo sappiamo. Ma qui si ha l’impressione che i nerazzurri abbiano lasciato una importate fetta delle loro chance di vincere nuovamente il campionato. E il rischio è che per preservare gli uomini per la Champions si rischi di gettare via due trofei. Per non parlare di un derby di Coppa Italia che rappresenta un ulteriore affaticamento mentale e fisico.

Non è un caso se l’Inter a un certo punto scompare, come era accaduto con l’Udinese. Le seconde linee non valgono le prime, soprattutto se schierate tutte insieme. Asslani non è ancora all’altezza a questi livelli, Frattesi è un pesce fuor d’acqua. Ed è inevitabile che fra la prima squadra e la “seconda” ci sia un abisso di differenza. E qui una responsabilità ce l’ha anche la società che non ha dato a Inzaghi almeno un rinforzo di gamba a centrocampo a Gennaio.
Il Parma si difende ordinatamente dopo il pareggio, e al 93’ ha addirittura il pallone della vittoria: contropiede velocissimo, Pellegrino plana sull’assist di Ondrejka ma calcia a lato. Il Tardini trattiene il fiato. Sarebbe stato troppo, ma il messaggio per l’Inter è chiaro.
L’Inter si ferma, ed è una brutta frenata. Il pareggio più amaro di questa stagione insieme a quello con la Juve da 4-2 a 4-4. Per il Parma, invece, è il quinto pareggio di fila ma suona come una vittoria: per come è maturato, per come ha lottato. Mentre l’Inter si lecca le ferite e si interroga: visto che la rosa non vale, fra prime e seconde linee, quella delle top europee, non sarebbe stato più saggio tenersi il vantaggio in campionato? Lo sapremo fra due mesi.
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