
Accordo storico tra Fifa e i sindacati dei calciatori per introdurre standard minimi di tutela della salute dei giocatori. A partire dai prossimi mesi, le competizioni dovranno rispettare una pausa minima di 72 ore tra una partita e l’altra, oltre a garantire 21 giorni consecutivi di ferie alla fine di ogni stagione.
🚨 #BreakingNews 🚨 Players union not invited to Fifa player welfare meeting https://t.co/lPcJ7wWmIO
— Instant News ™ (@InstaBharat) July 13, 2025
Global players' union Fifpro is not invited to a "key" meeting that Fifa president Gianni Infantino held on player welfare and where a minimum three-week off-season break was a…
Accordo raggiunto a New York alla vigilia del Mondiale per Club
Il consenso è stato raggiunto in occasione di un incontro avvenuto a New York, alla vigilia della finale del Mondiale per Club tra Paris Saint-Germain e Chelsea. Proprio il torneo estivo organizzato dalla Fifa, che si svolge in piena pausa dalle competizioni europee, aveva suscitato polemiche per l’eccessivo carico di partite e per l’impatto sulla salute degli atleti.
Il presidente Gianni Infantino ha definito il dialogo con i sindacati “progressivo”, sottolineando che la salute dei calciatori è una priorità assoluta per la federazione. Il nuovo pacchetto di misure mira a contrastare il burnout e l’aumento degli infortuni muscolari legati all’eccessivo numero di gare ravvicinate.
Riposo minimo e ferie: cosa cambia nei calendari
L’introduzione delle 72 ore obbligatorie di riposo tra le partite avrà ricadute importanti sui calendari delle competizioni, soprattutto in Europa. Per esempio, i club che giocano in Europa League il giovedì sera dovranno posticipare le gare di campionato almeno al lunedì, con impatti anche sugli accordi televisivi.
Oltre alla pausa minima, l’accordo prevede che ogni calciatore goda di almeno un giorno di riposo a settimana, tenendo conto anche dei viaggi, delle condizioni climatiche e dei contratti collettivi nazionali.

La gestione sarà demandata ai club
La Fifa ha specificato che i 21 giorni di ferie potranno essere gestiti individualmente da club e calciatori, in base ai calendari e ai regolamenti contrattuali. Il principio generale resta però quello di evitare la compressione eccessiva dei tempi di recupero, garantendo standard minimi uniformi a livello globale.
Un primo passo concreto, dunque, verso una riforma più equilibrata del calendario calcistico, che tenga conto non solo delle esigenze di spettacolo e diritti TV, ma anche della salute psico-fisica degli atleti.
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