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La svolta di Fifa e sindacati dei calciatori: almeno 72 ore di riposo tra le partite e 21 giorni di ferie

Accordo storico tra Fifa e i sindacati dei calciatori per introdurre standard minimi di tutela della salute dei giocatori. A partire dai prossimi mesi, le competizioni dovranno rispettare una pausa minima di 72 ore tra una partita e l’altra, oltre a garantire 21 giorni consecutivi di ferie alla fine di ogni stagione.

Accordo raggiunto a New York alla vigilia del Mondiale per Club

Il consenso è stato raggiunto in occasione di un incontro avvenuto a New York, alla vigilia della finale del Mondiale per Club tra Paris Saint-Germain e Chelsea. Proprio il torneo estivo organizzato dalla Fifa, che si svolge in piena pausa dalle competizioni europee, aveva suscitato polemiche per l’eccessivo carico di partite e per l’impatto sulla salute degli atleti.

Il presidente Gianni Infantino ha definito il dialogo con i sindacati “progressivo”, sottolineando che la salute dei calciatori è una priorità assoluta per la federazione. Il nuovo pacchetto di misure mira a contrastare il burnout e l’aumento degli infortuni muscolari legati all’eccessivo numero di gare ravvicinate.

Riposo minimo e ferie: cosa cambia nei calendari

L’introduzione delle 72 ore obbligatorie di riposo tra le partite avrà ricadute importanti sui calendari delle competizioni, soprattutto in Europa. Per esempio, i club che giocano in Europa League il giovedì sera dovranno posticipare le gare di campionato almeno al lunedì, con impatti anche sugli accordi televisivi.

Oltre alla pausa minima, l’accordo prevede che ogni calciatore goda di almeno un giorno di riposo a settimana, tenendo conto anche dei viaggi, delle condizioni climatiche e dei contratti collettivi nazionali.

NEW YORK, NEW YORK – JULY 12: FIFA President Gianni Infantino speaks during a media scrum at the Trump Tower ahead of FIFA Club World Cup Final on July 12, 2025 in New York City. (Photo by Etsuo Hara/Getty Images)

La gestione sarà demandata ai club

La Fifa ha specificato che i 21 giorni di ferie potranno essere gestiti individualmente da club e calciatori, in base ai calendari e ai regolamenti contrattuali. Il principio generale resta però quello di evitare la compressione eccessiva dei tempi di recupero, garantendo standard minimi uniformi a livello globale.

Un primo passo concreto, dunque, verso una riforma più equilibrata del calendario calcistico, che tenga conto non solo delle esigenze di spettacolo e diritti TV, ma anche della salute psico-fisica degli atleti.

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