
Gianluca Zambrotta, uno dei terzini più completi della storia del calcio italiano, ha raccontato nel podcast BSMNT di Gianluca Gazzoli una verità tanto intima quanto sorprendente: le sue gambe arcuate, divenute ormai quasi un segno distintivo, non sono frutto del calcio giocato, ma di una combinazione tra predisposizione genetica e interventi chirurgici.
I calciatori li riconosci spesso da come camminano. con le loro gambe arcuate. #Zambrotta è forse un'esagerazione ma non è il solo. A conferma della mia teoria che lo sport professionistico fa più male che bene. pic.twitter.com/wYrM7F5Vkq
— Carlo Venier (@GaspareCaj) May 9, 2022
“Non è il calcio a portarti le gambe storte”, spiega Zambrotta, che ha indossato maglie leggendarie come quelle di Juventus, Milan e Barcellona, oltre a quella azzurra della Nazionale. “Mi sono operato tre volte al menisco interno, e questo nel tempo ha accentuato l’arcuatura. I medici che mi guardano le gambe, oggi si chiedono davvero come faccia a camminare”.
A peggiorare la situazione, l’assenza dei menischi interni. Il risultato? “Come attività fisica posso fare solo padel. Non corro, ma mi tengo in forma con la piscina”.
Ma ora il momento di fermarsi – di nuovo sotto i ferri – è arrivato: “Dovrò fare un’osteotomia. Prima una gamba, poi l’altra. Mi raddrizzeranno tagliandomi piccole parti di osso sopra e sotto, mi metteranno due placche per cercare di evitare una protesi totale, che comunque dovrò fare fra qualche anno”.
Zambrotta, che per anni ha percorso le fasce con energia instancabile, oggi affronta la sfida del suo corpo con la stessa determinazione di sempre. Senza retorica, senza vittimismo. Solo con la trasparenza di chi sa che, anche dopo la gloria, la vera partita è quella con il tempo. E con le ossa.
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