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La Juventus Woman batte il Milan e torna sul tetto d’Italia: impresa delle bianconere, è scudetto

Juve Woman, Cristiana Girelli ha aspettato tre anni, poi ha fatto tutto da sola: rigore sul finire del primo tempo, colpo da rapace all’inizio della ripresa, e lo scudetto è tornato a casa. La Juventus Women ha battuto il Milan 2-0 sul campo neutro di Biella, e ha chiuso il campionato con tre giornate d’anticipo. Un trionfo che sa di rinascita, un cerchio che si chiude e un nuovo ciclo che si apre.

La 33enne attaccante ha dominato la classifica marcatori con 19 gol. Ha sigillato la vittoria col Milan con due fiammate da leader, confermandosi l’anima di una squadra che ha saputo rialzarsi dopo due stagioni in ombra. Un rigore, poi un tap-in da attaccante vero. E le bianconere sono tornate sul tetto d’Italia.

Questo è il primo scudetto dell’era post-Agnelli, il primo senza Joe Montemurro in panchina. Ma se il passato ha lasciato in eredità una mentalità vincente, il presente porta la firma di Stefano Braghin, dirigente visionario che ha scommesso su Max Canzi. Una scelta coraggiosa: Canzi, ex tecnico del Pontedera in Serie C maschile, aveva allenato le donne solo a inizio carriera. Ma il calcio femminile italiano è in piena evoluzione, e l’ibridazione di competenze sta portando frutti. (continua dopo la foto)

Canzi ha saputo restituire le motivazioni e ricostruire un gruppo che si era un po’ perso. Sul piano tattico ha osato: ha chiesto duelli individuali a tutto campo, una rarità nel calcio femminile, per poi virare su un 3-5-2 più equilibrato nel finale di stagione. Una manovra intelligente per gestire forze, acciacchi e pressioni.

Questa Juve è un mix riuscito di esperienza e talenti emergenti. Rosucci e Bonansea sono rinate, Salvai è tornata, Girelli segna ancora come una ventenne. Ma sono le giovani a rappresentare il futuro: Sofia Cantore ha raggiunto la doppia cifra per la prima volta, a 25 anni, e si è conquistata l’interesse delle big d’Europa.

A gennaio è arrivata la tegola: Arianna Caruso, colonna del centrocampo, ha accettato la corte del Bayern Monaco. Un addio pesante, che avrebbe potuto far crollare tutto. E invece, la squadra ha tenuto botta, grazie a un mercato mirato e a una tenuta mentale da grande gruppo. (continua dopo la foto)

Tre innesti fondamentali: Harviken ha coperto il buco lasciato da Cascarino in difesa, Brighton e Godo hanno portato sostanza in mezzo. E poi c’è lei, Eva Schatzer: 20 anni, prima vera stagione da titolare, e una maturità che sorprende. La Juve del futuro è già in campo.

Non tutto è stato perfetto: la Champions League è finita troppo presto, con l’eliminazione nel girone dominato da Arsenal e Bayern. Ma il vero obiettivo era tornare ai piani alti e superare i preliminari, e quella missione è stata compiuta.

Il 17 maggio si chiude il cerchio: Juventus e Roma di nuovo faccia a faccia nella finale di Coppa Italia a Como. Una sfida che è diventata la classica del calcio femminile italiano. Da una parte la nuova Juve, affamata e ritrovata. Dall’altra le campionesse d’Italia uscenti, ferite ma orgogliose. Sarà il timbro finale su una stagione che, comunque vada, ha già detto molto.

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