La trasferta di Firenze mette subito alla prova la nuova Juventus di Luciano Spalletti, chiamato a trasformare l’entusiasmo “tennistico” della domenica di sosta – culminato nel fragoroso abbraccio a Jannik Sinner – in qualcosa di concreto, una svolta necessaria a ripartire. Al “Franchi” non sarà una passeggiata, anche se la classifica fa pensare il contrario: la prima di Vanoli sulla panchina Viola promette scintille.
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— Tuttosport (@tuttosport) November 17, 2025
Il primo nodo per il tecnico bianconero riguarda Dusan Vlahovic, alle prese con un affaticamento accusato in nazionale. Le sue condizioni non rassicurano del tutto e il tecnico valuta l’ipotesi di risparmiarlo, aprendo così scenari tattici differenti.
Tra le opzioni c’è anche l’utilizzo di Kenan Yildiz come “falso 9”, una scelta audace che Spalletti tiene in considerazione nonostante il giovane talento rientri soltanto mercoledì dalla Turchia. Yildiz non segna da un mese, ma il tecnico vede in lui un’arma utile per dare imprevedibilità. (continua dopo la foto)

L’alternativa più lineare porta invece a Lois Openda, possibile punto di riferimento per mantenere il modulo simile a quello visto sinora in fase offensiva. A meno che l’ex Ct della Nazionale non decida di offrire una possibilità a Jonathan David, che sinora con lui ha visto poco il campo.
In difesa invece si profila il cambio più significativo: il passaggio alla linea a 4, una svolta che Spalletti medita da tempo. Il rientro di Kelly, sostituito fin qui da Teun Koopmeiners, dà al tecnico un’opzione in più per accelerare il restyling.
Restano fuori Bremer e Cabal, ma la rosa offre comunque la possibilità di avviare subito la mini-rivoluzione. La Juventus riparte da Firenze con molte incognite e un punto fermo: Spalletti vuole che la squadra gli somigli, anche rischiando qualcosa. Il banco di prova non è dei più semplici, ma è proprio lì che si misura la svolta.
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