Alla Juventus non c’era fretta di cambiare, ma le ultime uscite di Igor Tudor hanno accelerato una decisione ormai inevitabile. L’allenatore croato si è praticamente inimicato società e squadra in pochi giorni, passando dalle dichiarazioni polemiche del Bernabeu alla frase durissima pronunciata all’Olimpico dopo la partita con la Lazio: “Non avete dignità”. Parole che, secondo quanto riportato da Tuttosport, hanno chiuso ogni margine di ricucitura.
È Tudor o sono i calciatori? – Ultimo Uomo https://t.co/vwm8kiEpyz
— davide vannucci (@vannuccidavide) October 28, 2025
Dopo la sconfitta con il Real Madrid, Tudor aveva ironizzato sul tema degli algoritmi per valutare i giocatori, toccando un nervo scoperto per l’amministratore delegato Comolli, da sempre sostenitore dell’approccio analitico. Pochi giorni dopo, a Roma, la frase sull’assenza di dignità nei giocatori ha fatto esplodere la tensione interna.
In pratica, il tecnico ha perso contemporaneamente la fiducia del club e quella dello spogliatoio. Un cortocircuito che ha reso inutile ogni piano di attesa: la dirigenza bianconera, infatti, pensava di concedergli ancora qualche partita – Udinese, Cremonese e Sporting Lisbona – per valutare la tenuta del gruppo, prima del derby e della sosta. Tutto cancellato nel giro di una settimana. (continua dopo la foto)

Non è stata, però, solo una questione di parole. In campo, contro la Lazio, la squadra è apparsa confusa e disordinata, segno di una gestione tecnica sempre più incerta. I continui cambi di uomini e di sistema, la mancanza di chiarezza nei ruoli e un atteggiamento troppo impulsivo hanno convinto la società che Tudor avesse perso il controllo tecnico e umano del gruppo.
Anche la frecciata sulle “fortune” di Fabregas – “Lui può scegliere chi vuole, io no” – ha pesato sull’umore interno, alimentando la sensazione di isolamento del tecnico. La classifica, in realtà, non era drammatica. Ma alla Juventus, quando si percepisce che l’allenatore non ha più la squadra in mano, l’esonero diventa solo questione di tempo.
Così è stato per Tudor: un addio anticipato, ma inevitabile, maturato tra incomprensioni, frustrazioni e dichiarazioni che hanno scavato un solco profondo tra l’allenatore e l’ambiente bianconero.
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