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Juventus, basta alibi: il gioco latita, e c’è un “top player” che (per ora) è una delusione

La partita contro il Lecce ha messo in luce le difficoltà della Juventus, confermando i limiti di una squadra che fatica a trovare incisività dalla trequarti in avanti. Le nove assenze, pur rilevanti, non possono giustificare una prestazione così opaca, soprattutto contro un Lecce in fase di adattamento dopo i cambi in panchina.

Conceicao, Koopmeiners, Yildiz e Weah erano gli uomini chiamati a fare la differenza, ma le loro prestazioni non hanno soddisfatto le aspettative. Nonostante alcuni lampi, il gioco della Juventus è rimasto macchinoso e privo di idee. Conceicao ha mostrato dinamismo nell’uno contro uno, ma le sue iniziative sono apparse isolate e improvvisate, senza un piano collettivo che lo supportasse.

Yildiz, pur dialogando bene con Cambiaso, è rimasto troppo lontano dalla porta per risultare decisivo. La delusione più grande arriva da Teun Koopmeiners, l’uomo su cui Thiago Motta e Cristiano Giuntoli avevano puntato per dare qualità tra le linee. L’olandese non è ancora riuscito a trovare la posizione ideale: troppo avanzato per orchestrare la manovra, troppo arretrato per incidere in zona gol.

Juventus, il “nodo” Koopmeiners

Questa indecisione tattica sta penalizzando l’intera squadra, che manca di profondità e concretezza. L’attacco soffre anche per l’assenza di un riferimento come Vlahovic. Timothy Weah, schierato come vice, non è riuscito a reggere il peso dell’attacco, complice una manovra troppo lenta e prevedibile.

Con poche palle pulite e ritmi bassi, l’americano non è riuscito a rendersi pericoloso né a creare spazi per i compagni. Thiago Motta ha ora il compito di trovare soluzioni per invertire la rotta, nonostante le limitate alternative a disposizione.

Il tempo stringe: dopo quattordici giornate, il Napoli ha già accumulato un vantaggio di sei punti in classifica. La Juventus, se vuole mantenere vive le ambizioni in campionato, dovrà ritrovare il vero Koopmeiners e sviluppare un gioco più fluido e incisivo. L’emergenza non può diventare un alibi per una squadra che aspira a tornare protagonista.

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