
Marcell Jacobs ha lasciato i Mondiali con l’amaro in bocca, e le sue dichiarazioni hanno preoccupato i suoi tifosi perché si prospetta addirittura un ritiro anticipato dalle scene. Il campione olimpico dei 100 metri, a quattro anni dall’impresa di Tokyo, si trova oggi in una fase delicata della carriera, tra acciacchi fisici e difficoltà nel ritrovare la miglior condizione.
Il primo oro mondiale post-Bolt per la Giamaica se lo prende Seville sotto gli occhi di Usain. Finalmente concreto in finale. Thompson beffato ancora una volta.#Tokyo2025
— Alessandro Tarallo (@ale_tarallo) September 14, 2025
In questo clima di incertezza sono arrivate le parole di Usain Bolt in un’intervista con la Gazzetta dello Sport. Il fuoriclasse giamaicano per la prima volta in una grande rassegna atletica si è presentato da spettatore e non da protagonista, regalando un’analisi schietta proprio sul momento dell’azzurro.
Intervistato durante i Mondiali, Bolt ha parlato del presente e del futuro di Jacobs con toni di sincera comprensione: “Capisco cosa gli sta succedendo. Pensi a se stesso, alla sua vita e alla sua routine. Per riprendere nel modo giusto dagli infortuni, meglio fermarsi. Anche a lungo. Quando capitava a me, passavo da un consulto a un altro“.
Parole che suonano come il consiglio di un esperto e inimitabile campione, ma anche come una carezza amichevole elargita dal più grande velocista di tutti i tempi a chi, quattro anni, fa raccolse il suo testimone olimpico.
Il giamaicano ha ricordato come la gestione degli stop sia stata decisiva anche nella sua carriera, facendo capire che un periodo di pausa può essere l’unica vera via per ripartire. “Meglio perdere qualche mese oggi che compromettere il futuro“, sembra il sottotesto del suo ragionamento. (continua dopo la foto)

Bolt ha seguito la finale dei 100 dalla tribuna vip, mostrandosi con diversi chili in più ma con la stessa aura da superstar. L’aveva detto prima del via: “Ci sarà una doppietta giamaicana“, e così è stato, con Seville e Thompson a realizzare la “profezia” dell’illustre maestro.
Poi, con la sua consueta ironia, ha raccontato anche alcuni episodi di vita vissuta: “Ricordo per esempio che una volta, a Londra, riconobbi la Regina: la salutai d’istinto, riconoscendo il valore, non per calcolo”. Un lampo della sua spontaneità, quella che, secondo lui, manca oggi a molti campioni.
Nelle parole di Bolt non c’è solo un’analisi tecnica, ma un invito più profondo a Jacobs: recuperare serenità, liberarsi dalle pressioni e capire cosa vuole davvero. Per il mito giamaicano, il futuro del campione olimpico passa dalla capacità di ascoltarsi, prima ancora che dal cronometro. Un consiglio che, per un atleta abituato a vincere, vale oro. E adesso il testimone passa all’azzurro.
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