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Italia in lutto, addio per sempre a un grande artista

Italia in lutto, addio per sempre a un grande artista. La città di Milano dice addio a Vittorio Orsenigo, una delle sue menti più creative e brillanti. Il regista, scrittore e artista poliedrico, che ha lasciato un segno indelebile nel panorama culturale della città lombarda è venuto a mancare venerdì scorso. La sua lunga carriera, fatta di passione, ha attraversato decenni di evoluzione artistica, contribuendo a definire l’identità culturale milanese. Ora, con la sua scomparsa, resta un’eredità da custodire e riscoprire. (Continua a leggere dopo la foto…)

Vittorio Orsenigo

Addio a Vittorio Orsenigo, l’artista poliedrico

Venerdì 28 marzo si è spento Vittorio Orsenigo, una figura di spicco nel panorama artistico e culturale milanese. Nato il 5 agosto 1926 a Milano, Orsenigo ha vissuto una vita ricca di contributi significativi nel campo della regia, della letteratura e delle arti visive, fino all’età di 98 anni. Oltre ad essere sia pittore che fotografo, Osenigo si dedicò alla regia sperimentando con diverse tecniche e modalità espressive tutte accomunate dalla stessa esigenza intima di portare alla luce il suo mondo interiore per condividerlo con gli altri.

Dopo l’iniziale carriera nell’ambiente teatrale milanese, si interessò al mondo della scrittura, avvicinandosene in età più avanzata. Vittorio iniziò dunque ad esprimersi tramite le parole e a scrivere diversi romanzi. La sua poetica, intrigante e dal sapore surrealista, è stata accolta con entusiasmo dalla critica. (Continua a leggere dopo la foto…)

Vittorio Orsenigo, morto l'artista milanese

Dagli studi alla carriera teatrale

Originario di una famiglia di industriali milanesi, Vittorio Orsenigo inizialmente frequentò l’Università Bocconi prima di dedicarsi all’azienda di famiglia. Tuttavia, il suo interesse per il mondo artistico si manifestò già nel Dopoguerra, quando iniziò a curare letture presso la Casa della Cultura, su invito di Elio Vittorini.

Nel 1950, Orsenigo fece il suo debutto al Piccolo Teatro sotto la guida di Paolo Grassi, dirigendo opere come Ubu Roi di Alfred Jarry e Le mammelle di Tiresia di Guillaume Apollinaire. Durante questo periodo, collaborò con il regista e scenografo Pier Luigi Pizzi, che creò per lui scenografie e costumi.

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